Nonostante il guadagno più consistente rispetto ai suoi sottoposti, Abbie non sa come riuscire a sopravvivere insieme ai suoi bimbi: lo sfogo in lacrime di una mamma
La cosa peggiore è che il web si sta abituando a questo tipo di contenuti: l’ennesima madre di due bimbi che, in lacrime, si sfoga spiegando la sua drammatica situazione economica è solo l’ultima di una lunghissima serie. Ha 30 anni, due figli e un lavoro full time come customer service manager, un ruolo sicuramente non marginale nell’azienda in cui lavora. Eppure, con i suoi “neanche 30mila euro l’anno”, non riesce a “dar da mangiare ai piccoli”. La storia di Abbie ci arriva dal Regno Unito, dove la condizione generale non sembra molto differente da altre realtà, anche peggiori. La donna ha puntato il dito contro i governi, fatti di persone che “vivono nel lusso”, a differenza della totalità della popolazione, che arranca.
La giovane madre ha due figli di 12 e 6 anni. A casa per malattia, a causa di una possibile anemia, Abbie trova tempo e modo per sfogarsi mentre il Natale arriva e non fa altro che aumentare il senso di inadeguatezza dovuto agli standard sfasati della società odierna: inflazione alle stelle, stipendi contenuti. “Non riesco nemmeno a mantenermi in salute”, perché dovrebbe acquistare medicine che rovinerebbero i minuziosi conti che deve tenere a bada mensilmente e che l’aiutano a ottenere quel minimo necessario per la sopravvivenza personale e dei suoi piccoli.
Le parole di una madre: “Pagate le spese principali, non resta niente dello stipendio e ora si avvicina anche il Natale”
“Pagate le bollette, mi restano sì e no 700 euro, e non ci faccio nulla”. Sul web qualcuno ha avuto anche il modo di farle notare come in realtà la sua condizione sarebbe da ritenere “più privilegiata” di quella di molte altre famiglie. “Ero al supermercato e pensavo che di solito in questo periodo di feste la mia mamma riempiva la cucina di dolcetti natalizi. Poi, ho realizzato che quest’anno non potrò farlo”. Ma, nonostante prenda più dello stipendio minimo, fatte le spese basilari, “messo il carburante, pagate le bollette e fatte le spese per mangiare”, i soldi “sono finiti”. Lo sfogo arriva anche dopo aver fatto una sorta di grezza analisi di mercato, confrontandosi con colleghi che percepiscono somme pressoché simili alle sue: “Stiamo tutti nella stessa condizione, non si può continuare così”.
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