Pressione ai vertici Rai perché si prendano “provvedimenti” contro Michele Guardì dopo il servizio de Le Iene, andato in onda lo scorso 28 novembre
Non lo si vuol fare passare sottogamba il servizio de Le Iene in un momento così serio e allo stesso tempo drammatico per l’Italia, che affronta quotidianamente notizie di cronaca inquietanti, tra femminicidi e reati figli di una cultura patriarcale difficile da debellare: la polemica in Rai vede Michele Guardì sotto l’occhio inquisitore e Viale Mazzini viene pressata affinché vengano presi “provvedimenti” dopo gli insulti e le offese shock emersi nei fuorionda de I Fatti Vostri. “Froc*o!”, “la put*ana!”. Questo e ben altro si è potuto ascoltare negli audio diffusi in esclusiva da Le Iene. L’autore Rai ha provato a sminuire, minimizzare, in un primo momento addirittura a negare la sua diretta responsabilità, imputando agli sviluppi tecnologici la causa di quegli audio. “Non era la mia voce, qualcuno si è divertito”.
“Froc*o!”, “put*ana!”, epiteti “inqualificabili in qualsiasi contesto”: la polemica a Viale Mazzini
Poi lo ha ammesso, ma non v’erano dubbi su questo. Tuttavia, infastidirebbe il suo quasi indifferente modo di reagire, come se le ultime vicende di cronaca non lo riguardassero o come se non ne fosse a conoscenza. “Vengano avviati gli accertamenti di competenza e, all’esito, adottate tutte le sanzioni previste a tutela anche dell’immagine aziendale”, tuona Francesca Bria (quota Pd), consigliera di amministrazione Rai, che ha scritto ai vertici di Viale Mazzini.
Fari puntati anche sul tipo di accordo privato insolito con l’autista, sotto contratto con la Rai, ma che il noto autore “sfrutterebbe” a proprio piacimento in base ai suoi spostamenti, costringendo l’uomo a seguire la vita e gli orari di Guardì. Nel caso in questione, il regista si è difeso sostenendo che si tratta di un rapporto amichevole e che questo esula i suoi doveri contrattuali con la Rai, sarebbero “fatti privati”. Bria vuole porre i riflettori anche su questo, come ha cominciato a fare la trasmissione di Italia 1.
Le fa eco Barbara Floridia, ancora dalla politica: la presidente della commissione di Vigilanza Rai (Movimento 5 Stelle), chiede all’emittente di fare qualcosa, soprattutto di “prendere posizione” sulle “frasi irriguardose, in qualunque momento siano state pronunciate, incompatibili con il servizio pubblico”. Con tutte le ragioni del caso, epiteti del genere sono inqualificabili nel 2023. Questo è il senso della richiesta elargita con profonda fermezza e autorevolezza. Da quanto compreso, i fuorionda risalgono a qualche anno fa. Lo si intuisce anche dalla conduzione di Giancarlo Magalli a I Fatti Vostri.
La lettera dell’autore Rai a Dagospia
Di seguito la testuale difesa del regista Rai:
“Quanto ha fatto emergere il programma Le Iene, nella trasmissione di martedì scorso, a proposito di un mio collaboratore impropriamente definito autista devo precisare che si tratta di un assistente che lavora con me con regolare contratto dal 2010 anno in cui ho messo in scena il musical sui Promessi Sposi. Successivamente, dato il rapporto di fiducia, gli ho chiesto di collaborare con me anche alla realizzazione di rubriche tv, che seguivo io personalmente per il programma I Fatti Vostri. Si è reso perciò necessario anche un altro contratto di consulente e non di dipendente proprio per I Fatti Vostri, contratto che gli ha consentito e gli consente di lavorare dentro una redazione Rai. Si tratta dunque di due contratti distinti, uno dei quali a mio totale carico. Le attività che svolge come mio collaboratore privato sono dunque da me e solo da me personalmente retribuite con regolare contratto”.
Continua a leggere su Chronist.it