Ingolositi dalle opzioni contrattuali più allettanti, Michele e Giulia sono due tra gli infermieri italiani che hanno scelto di trasferirsi all’estero per emergere professionalmente

Hanno cambiato drasticamente la propria vita con 4mila euro al mese di stipendio, la differenza rispetto ai “tempi duri” è logistica, perché non lavorano più in Italia, bensì in Norvegia: gli infermieri italiani Giulia Cellini, 32 anni, e Michele Calvisi, 28, si sono innamorati del Nord Europa. Spinti dalle esigenze economiche e allettati dalle interessanti proposte contrattuali ben differenti rispetto all’Italia, a cominciare dalla tipologia di accordo, a tempo indeterminato, con alloggio gratuito, bollette pagate e un bonus di 1.000 euro l’anno per i voli, anche verso la penisola per venire a trovare i parenti. “Anche l’auto inclusa – dicono i due -. Per gli spostamenti da una struttura all’altra”. Non che non ci abbiano provato qui da noi, laureati entrambi in scienze infermieristiche, poi si sono imbattuti in qualche annuncio di lavoro dietro ai quali sembrava celarsi il mondo dei sogni.

Dall’Italia alla Norvegia: la storia di Giulia e Michele

“L’agenzia mi ha pagato il volo e mi ha assunta subito a tempo indeterminato – spiega la giovane -. Gli inizi non sono stati facili, soprattutto per la lingua”. Il meteo, bisognava abituarsi a tante cose, a cominciare da quelle basilari, che in Italia conoscevano e davano per scontate. Ma col tempo s’è celebrato il matrimonio con la Norvegia. Hanno seguito un iter prima del trasferimento: “Mi hanno fatto frequentare gratuitamente un corso intensivo di norvegese. Ma per quanto avevi le basi, dalla teoria alla pratica è stato un casino. Infatti all’inizio mi hanno utilizzata come Oss, con meno responsabilità”. Un approccio leggero per arrivare all’impegno che oggi Giulia riesce a dare alla struttura sanitaria in cui lavora, dove trascorre 160 ore mensili per ben 27,40 euro l’ora e per un totale di 5.700 euro lordi (3.380 euro netti). A questi calcoli si escludono i conteggi delle ore di staordinario e di quelle notturne.

Nessun pentimento: “L’Italia non ci manca, non ci pensiamo nemmeno a tornare”

Oltre a tutti i benefici appena descritti, vi è anche la possibilità di maturare un bonus fino a 250 euro a settimana per chi lavora d’estate, nei mesi che vanno da giugno ad agosto. “A livello professionale, qui c’è molto rispetto per la figura dell’infermiere, al contrario di quanto accade in Italia – dice ancora la 32enne -. Senza contare il lato economico: da quando sono qui spendo pochissimo e ho messo da parte una cifra enorme per me, 50 mila euro”.

Michele non è meno entuasiasta, ricorda il periodo della pandemia, aveva appena conseguito il titolo di studio e “sono stato catapultato nel reparto infettivi dell’ospedale di Cagliari”. Un approccio da film apocalittico, ha vissuto “tutto il caos di quei temi: i turni massacranti, lo stress, le morti”. Nella Norvegia “ho cercato una via d’uscita”. E che uscita.

“L’offerta mi ha convinto subito: contratto a tempo indeterminato, alloggio gratuito, bollette pagate, bonus di 1000 euro annuali per i voli, e l’auto in uso (con rimborso del carburante) per gli spostamenti da una struttura all’altra”. Per il momento non è auspicato il ritorno in Italia, nessun rimpianto, nessun rimorso, non v’è alcuna nostalgia: “Non ci penso nemmeno – conclude Michele al Corriere della Sera -. Molti mi dicono: sì però lì fa freddo ed è sempre buio. Io rispondo che qui si vive benissimo, ho tanti amici e le condizioni di lavoro sono eccezionali. Consiglio a tutti i giovani di fare questa esperienza”.

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