Danielle si è recata in Turchia per un intervento mirato a ingrandire il seno, ma qualcosa è andato storto e ha patito “le pene dell’inferno” per tre mesi
Madre di una bimba di 7 anni, Danielle ha scelto la Turchia come molte altre persone fanno per risparmiare: lo ha fatto per un intervento di chirurgia estetica mirato all’ingrandimento del seno e una liposuzione. Nello specifico, si tratta di una mastoplastica additiva e un rimodellamento dello stomaco. Il suo caso è stato trattato anche dal The Mirror. Danielle è una donna di 35 anni di Manchester e si era fatta incantare da una delle tante pubblicità che l’algoritmo di Instagram le faceva capitare in bacheca. Dopo l’ennesimo contenuto, ha deciso di mettersi in contatto con un medico turco attraverso il riferimento di WhatsApp.

L’esperienza di Danielle: “Ho rischiato di morire”
Come raccontato dalla Hunt, la protagonista di questa storia, la segretaria del professionista le aveva chiesto di mostrare alcune fotografie per farsi un’idea dell’intervento e capire se sarebbe stato possibile effettuarlo. Ma, a parte questo, nulla più: nessuna accortezza medica specifica. “Non c’è stata nessuna visita preliminare – spiega lei -. Non mi hanno chiesto se assumo medicinali, se bevo alcol, se ho avuto malattie specifiche…niente. Mi hanno solo chiesto di inviare la conferma della prenotazione”. Recatasi all’estero e raggiunta la clinica del chirurgo, ha subito notato che qualcosa non andasse.
Pare che il medico avesse confuso i suoi esami del sangue con quelli di una donna omonima, oltretutto arrivata nello stesso giorno in clinica. All’indomani, Danielle è stata sottoposta a tre interventi: pare che il medico avesse insistito affinché, prima di aumentare il seno, questo venisse sollevato leggermente “per un risultato migliore”. Prima di cominciare, però, la 35enne ha firmato un modulo di consenso di dieci pagine, non aveva alternative “altrimenti avrei perso la precedenza rispetto agli altri pazienti”. Quindi, “ho firmato senza leggere, ero nel panico”.
L’incubo di Danielle: “Al risveglio sono cominciati i miei dolori lancinanti”

La donna ha rivelato di essersi risvegliata con dolori talmente forti da chiedere antidolorifici, ma è riuscita ad ottenere “solo il paracetamolo”. Danielle non riusciva a camminare. I dolori non sono terminati neanche al rientro a Manchester, per il quale è stato necessario il sostegno del marito. Solo a due mesi dall’operazione è riuscita a stare meglio, riottenendo la mobilità degli arti. Tuttavia, restavano i dolori provocati dalle cicatrici al seno. La donna si era fatta visitare anche dai medici inglesi del Royal Bolton Hospital ed è stato proprio lì che ha compreso le conseguenze negative degli interventi a cui si è sottoposta in Turchia.
“Il medico mi ha detto che le cicatrici denotavano chiari segni di incompetenza dei colleghi turchi”. Le conseguenze sono peggiorate quando ha avuto una sepsi, che l’ha costretta ad un altro intervento per rimuovere gli impianti mammari. Oltre ai danni fisici, la donna è stata anche ferma dal lavoro per tre mesi mentre lottava contro i dolori lancinanti. “La mia bimba soffre di autismo, ha 7 anni e non parla. Non sono riuscita a starle vicino per mesi. Lei, però, è molto forte e mi è stata vicino. Tuttavia, sento di averla delusa”, confessa oggi, con una punta di rammarico.

Oltre ai danni fisici e professionali, si è aggiunta la diagnosi di un trauma dato da disturbo da stress post traumatico. Danielle rivolge un appello alle donne: “La chirurgia estetica in Turchia costa poco, ma mia figlia ha rischiato di perdere la sua mamma. Non date un prezzo alla vostra vita”. Il suo messaggio non mira a denigrare una categoria o una specifica Nazione dal punto di vista medico, infatti, con il suo messaggio, fa un discorso ben più ampio, mettendo in guardia chi dà troppo valore all’estetica, facendo passare in secondo piano la salute e il benessere.