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Virginia Sanjust, l’estorsione alla sorella: “15 euro e ti restituisco le chiavi dell’auto”

Il loop dell'ex signorina buonasera va avanti. Dopo essere stata sorpresa a rovistare in una Smart in cerca di monete, arriva un altro processo

Virginia Sanjust ancora a processo: l'estorsione alla sorella, "Dammi 15 euro e ti restituisco le chiavi della macchina"

L’ex signorina buonasera, Virginia Sanjust, è ancora una volta a processo, per aver estorto alla sorella 15 euro in cambio delle chiavi di casa e dell’auto

I guai non finiscono mai per Virginia Sanjust di Teulada con l’ennesimo processo a suo carico stavolta per aver estorto denaro ai parenti, 15 euro. “Solo se mi dai i soldi ti do le chiavi”. L’ex annunciatrice, infatti, continua ad essere piuttosto famosa tra le aule del Tribunale di Roma. Visto che se ne va in giro minacciando i parenti per estorcergli denaro. Senza più alcun ritegno. “Andrebbe aiutata, non processata”, diceva qualche tempo fa il figlio Giancarlo Armati.

Tuttavia eccola ancora ad essere al centro delle tempeste legali con la propria famiglia. Nel 2022, infatti, la Sanjust sequestrò le chiavi di casa e dell’auto della sorella, pretendendo 15 euro per restituirle. Per la legge, però, è estorsione e quindi Virginia sarà processata con rito abbreviato.

Ma l’ex signorina buonasera si era resa già protagonista in passato di screzi e litigi con la nonna Antonietta De Pascale, in arte Antonella Lualdi, celebre attrice degli anni ’50. Nei confronti dell’anziana, morta ad agosto scorso, la Sanjust aveva continui scatti di ira che l’hanno portata, in un’occasione, a danneggiare casa della nonna. Il motivo? L’ex attrice si era rifiutata di dare a sua nipote 10 euro. Da qui la condanna in primo grado a scontare un anno e otto mesi di carcere. Il mese scorso, però, fu assolta in appello.

Poi, subito dopo, senza nemmeno qualche giorno di respiro, ci fu il caso della Smart. L’ex annunciatrice tv e figlia di Antonella Interlenghi e del nobile Giovanni Sanjust di Teulada, fu trovata a rovistare in una Smart in cerca di spiccioli. Caso che aveva fatto innervosire il figlio Giancarlo Armati che gestisce l’amministrazione giudiziaria di sua madre dal 2020. “Non sono giudici, pm e avvocati che possono risolvere i problemi di mia madre, vorrei vedere invece più dottori, psicologi e persone che siano in grado di sostenerla concretamente”. Aveva dichiarato il figlio. Probabilmente la medesima cosa che direbbe, in questi giorni, riguardo l’ultima disavventura giudiziaria della madre.

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