L’intervista al fisico Gian Francesco Giudice, direttore del Dipartimento di fisica teorica del Cern di Ginevra

La domanda è stata posta a Gian Francesco Giudice, il direttore del Dipartimento di fisica teorica del Cern di Ginevra: “Cosa c’era prima del Big Bang? Come è nato l’universo?”. L’intervista è del Messaggero, Maria Lombardi ha fatto la domanda che tutti vorremmo fare e dalla quale scopriamo un mondo che “mette i brividi”. Così come è stato definito lo sviluppo scientifico atto a studiare tale evento dal capo dei fisici del Cern, il quale rivive con gioia “i progressi che ha fatto l’umanità nel ripercorrere a ritroso nel tempo l’evoluzione dell’universo”. Quindi, per rispondere alla domanda, si parte da lontano: “Poco più di un secolo fa una spiegazione scientifica dell’origine cosmica sarebbe sembrata inimmaginabile – premette Giudice -. Come può il metodo scientifico descrivere un evento a cui nessuno ha mai assistito e che nessuno può ricreare in laboratorio?”, verissimo.

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“L’evento all’origine dell’universo non è stato un’esplosione ma una transizione uniforme”

“Il segreto è il metodo deduttivo della scienza – prosegue il fisico -, che ci permette di risalire indietro nel tempo, usando una saggia miscela di precise misure astronomiche e rigorosa logica matematica”. Queste parole sono molto importanti per arrivare al dunque, non si può ridurre tutto ad una risposta secca, esistono delle premesse senza le quali non esisterebbe risposta. Quindi i fisici “hanno messo insieme indizi da ambiti scientifici molto diversi per ricavare una descrizione della struttura globale dell’universo fino a qualche secondo dopo il Big Bang”. Tuttavia, “recenti progressi in fisica delle particelle ci hanno permesso di andare ancora più indietro nel tempo”. Questo si traduce con la possibilità di “comprendere i meccanismi che hanno prodotto il Big Bang l’evento fatidico che ha dato vita alla materia nel cosmo addentrandosi nei misteri più profondi dell’origine dello spazio-tempo”.

Il fisico però ci mette in guardia sul non farci false illusioni, perché “siamo lontani dal capire se la scienza possa dare una risposta definitiva sulla nascita dell’universo”. La giornalista del quotidiano con sede romana fa presente a Giudice una sua opinione estrapolata dal recente libro edito Rizzoli, “Prima del Big Bang”, nel quale asserisce che “l’evento all’origine dell’universo non è stato un’esplosione ma una transizione uniforme”. Cosa vuol dire e perché si è arrivati a questa conclusione? “Il Big Bang, inteso come l’evento che ha creato il gas caldo e denso di materia cosmica, non è stato un’esplosione a partire da un punto dello spazio. Se lo fosse stato, oggi potremmo individuare le tracce di quel punto iniziale. Invece, le osservazioni astronomiche ci insegnano che il gas di materia primordiale era incredibilmente uniforme e omogeneo.”.

Dunque, cosa c’era prima del Big Bang?

In ‘soldoni’, seguendo l’iperbole del fisico, comprendiamo che, “nella sua infanzia”, l’universo era “un gigantesco pentolone di minestra ben mescolata”. Quindi il Big Bang sarebbe l’evento che avrebbe creato questa “minestra”, ma “non in un punto speciale”, bensì “in modo omogeneo, ovunque nel pentolone”. Si tratta di “una transizione uniforme che ha coinvolto una regione di spazio molto vasta, forse anche infinita”. La stessa “che si è improvvisamente riempita di materia”. Quindi tentare di capire il Big Bang equivale a comprendere “cosa ha causato questa transizione”.

“Oggi si pensa che prima del Big Bang ci fosse solo spazio vuoto. Uno spazio vuoto, tuttavia, molto speciale. Non c’era materia, ma il tessuto dello spazio era intriso di una forma di energia detta appunto energia del vuoto capace di esercitare una gravità repulsiva. L’effetto è del tutto stupefacente perché è l’esatto contrario della forza di gravità a cui siamo abituati, che può solo attrarre i corpi materiali”.

Risposta che ci proietta nella più scontata domanda: “In che modo ha agito l’energia del vuoto?”. Altra risposta:

“La spinta repulsiva dell’energia del vuoto dilata lo spazio, mettendo in moto una vertiginosa espansione. Dunque, prima del Big Bang, l’universo è uno spazio vuoto, buio e freddo, preda di una frenetica espansione. Ad un tratto, la struttura all’origine dell’energia del vuoto si disgrega. In quell’istante tutta l’energia immagazzinata nel vuoto si trasforma improvvisamente nella materia che, dopo un’evoluzione durata miliardi di anni, finirà per formare le stelle, i pianeti, e infine la vita. Ecco, quello è l’istante del Big Bang”.

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