La proprietaria dell’appartamento del Prenestino andato a fuoco non voleva essere salvata dagli agenti di polizia del commissariato San Lorenzo

Si era barricata nella casa che andava a fuoco, con le fiamme che divampavano intorno a lei e con gli agenti di polizia che tentavano in tutti i modi di intervenire. La donna urlava contro di loro, “è stato il demonio. Voglio morire nelle fiamme”, urlava. Una vicenda surreale che sembra uscita da un film, ma che è accaduta a Roma, precisamente in uno stabile del Prenestino.

Era circa l’ora di pranzo di sabato 11 novembre quando al Nue (numero unico per le emergenze) arriva una segnalazione di incendio in un appartamento al piano terra. Gli inquilini del palazzo scendono tutti in strada per attendere l’arrivo dei vigili del fuoco ma all’appello manca proprio la proprietaria dell’appartamento in fiamme. Il rogo, secondo quanto riportato da Roma Today, sarebbe scoppiato in cucina e diffusosi nel resto della casa.

I primi ad accorrere sono gli agenti di polizia del commissariato San Lorenzo che iniziano a bussare incessantemente alla porta. Dall’interno giungono le urla di una donna. “Andate via. È stato il demonio. Voglio morire nelle fiamme. Non voglio essere salvata. Non vi aprirò mai“. E quello che sembrava un salvataggio perlomeno “di routine” si trasforma in un inferno come quello che sta continuando a divampare all’interno dell’appartamento. Perché l’occupante non vuole saperne, per nessuna ragione, di uscire.

Considerata la precarietà della situazione, gli agenti, senza attendere l’arrivo dei vigili del fuoco, sfondano la porta ed entrano. Davanti a loro un appartamento pieno di oggetti messi uno sopra l’altro che coprono le pareti e sono inghiottiti dalle fiamme. E la proprietaria completamente nuda in stato confusionale. “Lasciatemi da sola. Non voglio aiuti da nessuno”, urla la donna che continua a rifiutare di lasciare casa. Così gli agenti decidono di prelevarla senza il suo consenso e trascinarla fuori salvandole la vita.

La donna viene trasportata dal 118 in codice rosso psichiatrico all’ospedale San Giovanni. Mentre quattro agenti di polizia finiscono al pronto soccorso a causa dell’intossicazione. La loro prognosi è di sei giorni.

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