“La separazione non è un fallimento. I rapporti si evolvono, conta l’intelligenza”, l’intervista al saggio Volo, che ha scritto il primo romanzo senza la moglie
L’intervista di Fabio Volo ha un qualcosa di mistico, perché si parla di paradiso, di purgatorio e inferno: lui dice di essere appena uscito dall’inferno, ma questo non è sinonimo di separazione e quest’ultima non lo è del “fallimento”. Andiamo per gradi, perché è già troppo confusionaria così la situazione e l’attore e scrittore non fa nulla per semplificarci la vita. Quindi, entriamo nel suo mood: Volo si è concesso in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato soprattutto di separazione con l’ex Johanna Hauksdottir. “Ci siamo lasciati proprio per evitarlo. L’inferno è quando finisci dentro a un problema e non riesci a vederne l’uscita. Sono i tuoi limiti. E non è che poi non ci rientri più”. Abbandonare il temuto luogo infernale non è una mossa che vale per la vita, ci si può ricadere.
Volo ha scritto il suo tredicesimo romanzo senza la sua compagna, si è trattato della prima volta che lei non ha presenziato durante la realizzazione. Da trama, c’è Luca nei panni del protagonista, un uomo di 50 anni che ritrova la forza di vivere dopo la rottura con la moglie. Incontra tre donne risolte, ma non necessariamente il suo percorso di vita personale va a migliorare: “La separazione non è un fallimento – spiega lo scrittore -. I rapporti si evolvono, conta l’intelligenza. Io non credo di amare meno la madre dei miei figli”, ha ribadito ancora. Non è un pensiero unilaterale, si presume che sia un discorso reciproco: “Non credo che lei ami meno me. C’è un modo di stare insieme diverso. Oggi ci preme creare un ambiente amorevole per i nostri figli. Siamo anche andati in vacanza insieme, in Amazzonia”.
La saggezza di Volo: le aspettative in una coppia, il film proiettato nella propria testa

Il tema toccato è chiaramente importante, trattato all’ordine del giorno nelle varie coppie del Pianeta. Si litiga, spesso perché si vive di proiezioni, di idealismi, e si osserva quello che possiamo ritenere lo svolgimento di un film personale, non condiviso e sconosciuto al partner. “Quando incontri una persona, quella è una promessa di felicità. Se la promessa non si avvera, ti arrabbi. È come un tradimento. Ma l’altra persona non c’entra. La promessa è una tua proiezione, sei tu che carichi l’altro di questo peso. Se non hai risolto i tuoi nodi, non risolvi niente”. Non è una questione di rendere consapevole il partner di tale pensiero, anche rivelando il proprio “copione” a carte scoperte, esso non si realizzerà mai secondo le proprie aspettative. Non è amore, è controllo.
Al Corriere della Sera, Fabio Volo non parla solo di separazione, sviscera il tema e poi torna a parlare di donne. Si definisce come “chiodo schiaccia chiodo” quell’atteggiamento atto a consigliare o agire guardandosi subito intorno, cercando altre donne o uomini dopo la fine di una relazione: si tratta del suggerimento che spesso sentiamo dare ad amici, parenti, conoscenti. Un modo come un altro per cancellare il dolore e ripartire con altre emozioni, altre persone, altri sapori. Non è la vera soluzione, non quantomeno la risposta secondo l’attore. “La donna più importante della mia vita è stata ed è ancora la madre dei miei figli. Rimane lei, domani non so”. Fabio non è più un “donnaiolo”, come gli viene fatto presente: “Avevo quell’immagine lì, dello womanizer, come dicono in inglese. Ma non mi appartiene più. Ho fatto le cose giuste negli anni giusti, non ho il regret di andare in discoteca a 51 anni, sarebbe un fallimento”.
I figli e il sogno della panetteria del papà
Fabio e Johanna hanno due figli: Gabriel e Sebastian. “Quello che faccio con loro è parlare per fargli capire che con me possono parlare di tutto. Do pochi giudizi. Loro sono dei mini adulti, cerchi di dirgli delle cose e scopri che hanno sempre saputo. Sentono tutto”. Sulla rottura dalla mamma, i ragazzi non fanno pesare la situazione: “Per adesso vedo dei bambini sani, comprensivi”. Si conclude parlando di sogni e non poteva mancare una citazione alla panetteria di famiglia, anche se Volo ammette di apprezzare la vita attuale. “Riaprirò la panetteria di famiglia, a Brescia. Torno alle origini. Non che mi metterò a fare il pane, eh. Devo ancora visualizzare cosa ci sarà dentro. Forse sarà una catena. Dentro però ci sarà la foto di papà”, un omaggio che il genitore, da lassù, apprezzerà senz’altro.