Torna a parlare Mauro Repetto, lo fa ricordando i tempi rimasti impressi nella mente di tutti, grazie ad un brano immortale: cosa è successo con Max Pezzali?
Il rapporto tra Mauro Repetto e Max Pezzali si è ridimensionato: non c’è odio, non c’è totale indifferenza, ci sono due vie che ormai hanno preso la scia di altrettante rette parallele, che non potranno mai più incontrarsi. Era il ballerino improvvisatore che dava scenografia alle canzoni di Max Pezzali, sempre dietro il suo compare. Purtroppo in molti ci hanno visto solo questo, erroneamente: Repetto ha fondato gli 883 con Max, era la mente pensante della band. Oggi rivendica “Gli anni”, ma senza alzare la voce: anzi, probabilmente dovremmo chiedere perdono per aver utilizzato questo verbo. Lo fa a parole, dando un senso alla realtà della ‘cronaca’ nuda e cruda. Tanto lo ha detto: non lo firmerà neanche ora che è tornato in Europa.
“Gli anni”, già. Un brano che ha fatto la storia: lo ha scritto lui, non lo ha firmato per poi sparire quando era fatta, quando il successo era arrivato. Scelse una fuga d’amore negli Stati Uniti, cercava una modella che non avrebbe incontrato mai. Ne abbiamo già parlato in un’altra sezione del giornale, in merito all’intervista in cui Repetto dichiara le motivazioni che lo hanno spinto a lasciare gli 883. Ma, per amore della cronaca, rimembriamo: l’artista comprese di aver sbagliato mossa, scelse di tornare in Europa e ripartì dal basso, di nuovo. Trovò il coraggio per farlo ancora, senza disperarsi. Prima a Disneyland a Parigi, poi riprovò in solitaria anche in Italia, ma la magia era svanita. Sono storie che racconta in “Non ho ucciso l’Uomo ragno”, libro edito Mondadori, i cui estratti potete trovarli qui.
Le leggende smentite
Repetto oggi fa un lavoro doppio, perché si sente in dovere di smentire alcune voci, leggende, attorno alle quali in molti ci hanno ricamato. La prima riguarda proprio la canzone iconica dal cui titolo si è ispirato il nome del suo libro: “Non è mai stata dedicata al tragico dramma di Falcone, era un altro film, era il comics, era il Bronx a New York, come ce lo immaginavamo, era veramente Peter Parker che era un po’ come me e Max, un banalone che però aveva delle ambizioni enormi”.
Su “Gli anni”, ricorda che fu l’ultimo brano scritto insieme all’amico di sempre Max Pezzali. Quello è stato “il triplice fischio finale”. Consapevoli che sarebbe finita, la canzone riesce a trasmettere perfettamente ciò che stessero vivendo in quel momento. Riconosce oggi che il brano è magico: “Stessa storia, stesso posto, stesso bar”: “Mi rendo conto che la canzone è bellissima, ma io non voglio né la stessa storia, né lo stesso posto, né lo stesso bar, pur rendendomi conto che una canzone mitica e che mi piace di brutto”. Per la testa aveva altro. Non aveva voglia di continuare così, perché se il cuore chiama, è difficile mantenere la razionalità. Ricorda il suo ‘mood’ al momento: “Io voglio andarmene via, voglio andare alla settimana della moda, voglio conoscere una donna che per me è la più bella del mondo, in quel momento”.
Quella donna negli Stati Uniti: “Ecco perché non ho firmato ‘Gli anni'”
Si è sempre parlato di un rapporto diventato glaciale con l’ex compagno d’avventure, ma non è così. Altra leggenda da smentire: “Stavo bene con Max, stavo bene a Pavia, stavo bene con i miei genitori”, ricorda l’artista. All’epoca, “vivevamo ancora coi nostri genitori”. Tuttavia, l’emotività era troppo forte da gestire: “Ho questo tappo che voglio far esplodere e ‘Gli anni’ segnano, non la claustrofobia, ma la decisione finale irreversibile: devo andarmene via perché voglio un’altra storia, un altro posto e un altro bar a New York, Los Angeles, a Miami, sull’Ocean Drive e ci vado”.
Quindi perché non ha firmato la canzone? “La mia onestà intellettuale mi porta ad andare via senza firmare questa canzone, perché anche se chiaramente è l’ultima che abbiamo fatto assieme ma non mi appartiene, è un altro film, io voglio diametralmente un’altra direzione, anche se mi rendo conto che è una canzone bellissima”.
Mauro Repetto e il rapporto con Max Pezzali
Poi, la domanda che tutti vorremmo fargli e che finalmente gli poniamo: il rapporto tra Max Pezzali e Mauro Repetto ad oggi, com’è? “Non siamo più compagni di banco – replica – ma se fosse qui sghignazzaremmo 4 ore assieme”. Quindi dite alle malelingue di inventare altre leggende, non c’è astio, ci mancherebbe. “L’ultima volta che l’ho visto, all’Arena di Verona con Amadeus, abbiamo passato una serata a sghignazzare”.
Certo, non c’è la frequentazione di prima, non può esserci più lo stesso posto e lo stesso bar. C’est la vie, si dice in certi casi, no? “Non è che c’è un rapporto da zio che devi chiamare per sapere come sta, non ci cerchiamo ma quando l’attualità vuole che ci troviamo, ti assicuro che è come al liceo”. Una cosa che non è mai cambiata è la relazione tra i due dal punto di vista professionale: anche durante il sodalizio artistico, non si riteneva un collega del cantante. “Non siamo mai stati colleghi, siamo stati veramente compagni di banco anche quando eravamo negli 883, se il caso veramente ci portasse assieme sono sicuro che saremo contenti tutti e due, ma deve venire da solo, non ci cerchiamo”.
L’esperienza a Disneyland
“Io ho cominciato a Disney dicendo che ero laureato in Lettere e mi hanno messo a fare il cowboy la mattina dopo. Ho fatto il cowboy fino che un italiano che era vice direttore del parco mi ha riconosciuto e mi ha chiesto cosa ci facessi lì e mi ha messo nel dipartimento più bello della Walt Disney Company, dove sono ancora attualmente, quindi ho ricominciato da zero, proprio che non volevo barare, volevo darmi tutta l’energia verso il passato senza guardarmi o guardare neanche nello specchietto retrovisore. Ricominciare da zero, vestito da cowboy – che è meno di Pippo o comunque come Pippo -, mi ha permesso veramente di avere tutta l’energia tesa a cercare nuove ragazze, nuovi riferimenti, nuovi bar, nuove storie, nuovi momenti nel mio quartiere di Bastille, dove abitavo e dove abito ancora adesso a Parigi”.
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Mauro Repetto oggi
Da Disneyland a Walt Disney, il passo è stato breve: Mauro Repetto è un event executive per la nota compagnia. Quella canzone resterà ancora oggi senza la sua firma, fa un paragone particolare quando dice che sarebbe “come se lasci una ragazza però provi ad uscire ancora con lei, almeno il venerdì, insomma no, lasci una ragazza perché vuoi andare altrove, quindi non ho più guardato questa ragazza, né questa ragazza mi ha proposto: ‘Vuoi uscire con me?’. Nessuno mi proporrà mai di firmare Gli anni e io mai chiederò di firmare Gli anni perché me ne sono andato via e volevo andare via per i motivi che ti ho spiegato”.