Aveva scoperto a luglio che la sua malattia non era più curabile in alcun modo. Così ha iniziato il percorso per il suicidio assistito: “Puniranno mio figlio per la mia scelta”
Questa mattina è stata pubblicata l’ultima intervista di Sibilla Barbieri, attrice e regista 58enne che si è sottoposta a suicidio assistito in Svizzera. In Italia, come noto, la procedura medica non è consentita. La donna era malata da tempo. L’ha accompagnata il figlio Vittorio Parpaglioni, 25 anni. È morta il 31 ottobre. Il giorno dopo, Parpaglioni si è autodenunciato alle autorità italiane insieme all’ex senatore dei radicali Marco Perduca e a Marco Cappato. Perduca era andato in Svizzera assieme alla donna e al figlio. L’associazione ‘Luca Coscioni’ di Cappato ha invece sostenuto il viaggio. Nel podcast ‘Disobbedisco’ di Valentina Petrini la Barbieri ha raccontato i suoi ultimi tre mesi di vita.
La donna aveva scoperto a luglio che la sua malattia non era più curabile in alcun modo. I medici le hanno sospeso le terapie, passando a cure palliative. E ha iniziato il percorso per il suicidio medicalmente assistito. Oltralpe, come si diceva: Barbieri avrebbe voluto morire a Roma, dove viveva, ma la Asl le ha negato i permessi dopo aver valutato i requisiti necessari. Su questo, la donna ha detto: “Mi trovo molto a disagio sul fatto che abbiano giudicato il mio dolore”.
“Io mi sono presentata bene alla commissione che è venuta, molto collaborativa, però questo non vuol dire che non abbia sofferto moltissimo negli ultimi anni”, ha raccontato. “Non è giusto che giudichino la quantità e la qualità del mio dolore, come qualcosa da categorizzare. Io penso di avere il diritto di scegliere sulla mia vita”.
Sibilla Barbieri si racconta a ‘Disobbedisco’: “Ho il diritto di scegliere sulla mia vita”
Poi la valutazione di andare in Svizzera: “Quando ho avuto la notizia che potevo fare questa cosa ho provato una profonda serenità. Perché decidevo io, non sarei stata in balia degli eventi. Tutti i giorni ho cose nuove, mi si è aperta oggi una ferita al braccio, ieri camminavo meglio e oggi peggio. È una situazione che precipita, quindi basta. Non è giusto, non lo voglio così”. Barbieri ha spiegato: “Mi sono scelta il mio bell’albergo sul lago, vado quel giorno, faccio la mia azione. Il momento in cui è stata accettata questa cosa dici ‘ok, questo è il mio tempo. È il mio destino. Muoio giovane, pace'”.
Qui, nell’intervista, la commozione ha preso il sopravvento. Pensando ai suoi figli. “Vorrei vederli, conoscerli, proteggerli, ma non lo posso fare. Non è nelle mie possibilità. Potrei rimandare una settimana questa morte, ma alla fine il tempo è questo. Bisogna capire come lo vuoi vivere, non ci si può opporre con un pettinino al mare. Ho fatto tutte le cure possibili, anche i miei medici a un certo punto mi hanno detto che non vedevano nessun’altra possibilità. Quindi basta”.
Intanto Parpaglioni ora affronterà un’indagine per averla aiutata. “Ha scelto di fare disobbedienza civile anche lui. Ma voglio dire: io ti sto dicendo che lo faccio di mia spontanea volontà, addirittura vado in un altro Paese perché non me lo fai fare, e tu punisci lui perché mi sta semplicemente accompagnando? Che Paese incivile”. Il ragazzo rischia il carcere, un pensiero che “mi preoccupa, ha 25 anni, sono sua madre. Ma mio figlio è molto determinato nelle sue scelte”.
Un gesto, quello di Sibilla Barbieri, che per la donna è carico di valore anche politico. “Non pretendo che nessun altro faccia l’azione che ho fatto io. Lo voglio per me e per tutte le persone che lo desiderano in Italia, che non hanno i soldi per andare in Svizzera – mi costerà 11mila euro. La legge serve all’uomo, deve essere flessibile, altrimenti è un’accetta che può creare delle grandi ingiustizie”.