Dov’è l’umanità? Viene da chiederselo davanti a questa storia che ha catturato l’attenzione dei social, nonostante si protragga da una decina d’anni: i condomini che hanno chiesto la rimozione della rampa non vivono in quel condominio
S’infittisce di dettagli la causa legale che hanno vinto i condomini infastiditi dalla rampa per disabili realizzata da una coppia di anziani 90enni. Vi avevamo parlato del caso a Fiuggi, Frosinone: i due anziani hanno chiesto di poter tenere la struttura fin quando restano in vita: non si tratta di un capriccio, ma di una condizione di necessità, “per non vivere prigionieri in casa”, come ha spiegato il figlio della coppia. Inizialmente avevano richiesto, e ottenuto, il consenso di tutti i condomini, poi hanno seguito regolarmente l’iter burocratico previsto per la costruzione della rampa, facendo passare la pratica al Comune. Era tutto regolare, fin quando qualche condomino non ha cominciato a lamentarsi della novità: in particolare, è stato il vicino che abita nel piano sottostante al loro a muovere la polemica, finita poi in aula di tribunale.
La coppia di anziani, infatti, dati gli acciacchi dell’età e la mancanza di un ascensore condominiale che gli permettesse di raggiungere il primo piano senza fare le scale, con la rampa realizzata oscurerebbe la vista del vicino al piano sottostante. Quando il caso è finito davanti al giudice, questi ha dato ragione ai condomini in protesta, che hanno impugnato la delibera condominiale, dimostrando come nella realtà non si raggiunse un accordo unanime in condominio al tempo dei fatti. Quindi, il documento, prima approvato, avrebbe perso la sua valenza. I condomini hanno vinto e sarà rimossa la rampa per disabili. Ad oggi si scopre un dettaglio non di poco conto, però, che sa di beffa: la coppia che ha impugnato il caso, vincendo la causa con tanto di disposizione del giudice di rimuovere la rampa, vive all’estero.
I due anziani non potranno vedere il nipote disabile, in sedia a rotelle dalla nascita
Questa storia prosegue da una decina d’anni ed Elio, il figlio dei due 90enni, ha fatto un disperato appello sui social al fine di essere ascoltato e per porre l’attenzione sulla vicenda, rendendola nota a quante più persone possibili. Un tentativo che sa di “ultima spiaggia”: “Per i miei i genitori togliere quella rampa sarebbe una condanna a vivere prigionieri in casa”. A nulla è servito l’impegno nella parola data dagli anziani in merito alla rimozione della rampa una volta che saranno morti entrambi: il giudice non ha voluto sentire ragione e la sentenza adesso è esecutiva, non essendo stato mai presentato l’appello sul piano legale. Al caso già drammatico di per sé, si aggiunge un altro dettaglio triste: il nipotino della coppia è disabile ed è costretto a vivere in sedia a rotelle sin dalla nascita, questa sentenza impedirà al piccolo di passare del tempo con i nonnini.
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