Un giovane tifoso del Boca Juniors di 23 anni si è suicidato dopo la finale di Copa Libertadores persa contro la squadra brasiliana del Fluminense

Un assurdo e drammatico epilogo quello che si è consumato ai margini di una partita di calcio, in cui un giovane tifoso, dopo aver visto perdere la propria squadra, il Boca Juniors, si è suicidato. L’estremo gesto è stato compiuto a seguito della finale di Copa Libertadores persa dagli argentini del Boca contro gli storici rivali brasiliani del Fluminense. Dopo più di due ore di gioco e i tempi supplementari, al Maracanã il punteggio finale è stato 1-2 per i verdeoro.

Il 23 anni che si è tolto la vita, Marcelo Alejandro Morales, era un giovane agente di polizia. Stando alla testimonianza della madre sui media locali, suo figlio aveva manifestato l’intenzione, nei giorni precedenti alla finale, di suicidarsi nel caso il Boca avesse perso. Sarebbe stata per lui una delusione troppo cocente vedere la sua squadra del cuore perdere.

“Non pensavo che mio figlio sarebbe arrivato fino al punto di uccidersi. Alcune settimane fa aveva detto a suo padre: ‘Se il Boca non vince il 4 novembre mi uccido’. Pensavamo che stesse scherzando. I giovani siano consapevoli, pensino alla famiglia”. Ha riferito la madre comprensibilmente sconvolta. “Mio figlio aveva una vita normale, non era un ragazzo cattivo, non consumava nulla. Andava dal lavoro a casa. Non lo avrebbero mai visto all’angolo con nessuno, salutava tutti con rispetto”.

Il giovane agente di polizia poco prima di compiere l’estremo gesto ha lasciato tutti i suoi risparmi al fratello minore. La notizia del suicidio è stata riportata sulle maggiori testate giornalistiche sudamericane ed ha messo ancor più in evidenza quanto il tifo possa diventare per molti una questione irrazionale e troppo emotiva. Anche la madre di Marcelo ha cercato, tra le lacrime, di invitare tutti a fare una riflessione sull’argomento.

“Marcelo era un tifoso del Boca, se perdeva si rattristava, diceva che il Boca era la cosa più grande. Me lo hanno ucciso. Adesso non ce l’ho più e non c’è nessun giocatore che mi faccia le sue condoglianze”. Ha raccontato singhiozzando la povera donna, che è stata la prima a trovare il corpo senza vita del ragazzo nella sua stanza. E con un colpo di arma da fuoco alla tempia.

Una vita strappata a causa di undici atleti che hanno perso una gara. Una partita di calcio.

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