La donna, diventata nonna a 50 anni di una bimba di 16 mesi, dovrà affrontare un processo insieme al ragazzo 21enne della figlia

La veronese Elisa Z., divenuta nonna di una bimba a 50 anni, è stata rinviata a giudizio insieme al ragazzo della figlia con l’accusa di violenza sessuale. E rischia per questo fino a sei anni di carcere. Tutto ha avuto inizio con una segnalazione da parte della scuola della ragazzina a Mantova, che ha messo al corrente le autorità dopo aver notato che la allora 13enne era incinta. Poiché secondo la legge gli incontri sessuali con minori sono considerati reato, si contesta ad Elisa e al padre 21enne della bimba di non aver impedito alla 13enne di avere rapporti sessuali con il fidanzato maggiorenne.

“Si sono conosciuti, si sono frequentati e si sono piaciuti. Sono stati insieme e lei è rimasta incinta.” Racconta Elisa al La Repubblica. “L’ho messa in guardia, o almeno ho provato a farlo. Gliel’ho detto in tutti i modi. Le ho detto anche che, se proprio fosse stato inevitabile, avrebbe dovuto usare delle precauzioni. Invece è andata così”. Inoltre, la nonna 50enne sembra non essersi pentita di ciò che è accaduto. “È un paradosso pensare che se avesse abortito nessuno si sarebbe accorto di nulla. Ma io sono contenta che sia andata così e anzi: rifarei tutto”.

Oltre ad aver rilasciato una preziosa testimonianza al quotidiano sopracitato, Elisa ha parlato anche con il Corriere della Sera. “Ma cos’avrei dovuto fare? Legarla al letto? Rinchiuderla in camera? Ditemelo voi, me lo dica il giudice”. Dice scioccata. Quando, infatti, si è accorta che tra i due giovani stava nascendo qualcosa di tenero, afferma di aver preso da parte la figlia e di averle parlato. “Mi raccomando, hai solo tredici anni, pensa bene a quello che stai facendo. È troppo presto per certe cose”.

Poi si sofferma su un particolare secondo lei fondamentale di tutta l’intera faccenda. “Il nocciolo del problema è l’età di mia figlia. Quando è rimasta incinta le mancavano tre mesi e quindici giorni per compiere quattordici anni”. Il capo di imputazione dice che la madre avrebbe “istigato” la figlia ad avere rapporti sessuali con un maggiorenne. Cosa che nel codice penale rappresenterebbe una violenza sessuale.

A dover affrontare le accuse di violenza c’è anche il fidanzato della giovane, oggi 21enne, che avrà il rito abbreviato. “Ma vi rendete conto che questi due ragazzi si amano come il primo giorno.” Continua Elisa. “Stanno pensando di sposarsi, sono genitori di una creatura splendida eppure, per il pm, questa loro felicità sarebbe frutto di violenza sessuale? A me, francamente, tutto ciò pare abominevole.”

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