Si cambia tutto: le “olgettine” abbandonano la villa in Brianza ottenuta in comodato d’uso e rinunciano all’assegno di mantenimento mensile di 2.500 euro come previsto sinora dagli accordi presi con Silvio Berlusconi, con il quale contributo risarciva le ragazze dei danni subiti dopo che la loro reputazione è stata condizionata dal coinvolgimento nei processi Ruby. Nel corso di una delle udienze del primo processo Ruby, l’ex premier aveva asserito di garantire un assegno di 2.500 euro al mese alle due ragazze in questione, denaro che assumeva e ha assunto sino ad ora un carattere “risarcitorio”, versato come contributo dopo i danni d’immagine e lavorativi in seguito ad indagini, udienze e processi. Alla morte di Berlusconi, la famiglia ha bloccato i versamenti.
Le decisioni della famiglia Berlusconi
Sono le decisioni della famiglia Berlusconi dopo la dipartita del capostipite Silvio, deceduto quest’anno. Il contratto in comodato d’uso “si è estinto” dopo la morte dell’ex presidente del Consiglio, quindi, attraverso una raccomandata risalente ad un mese fa esatto, due tra le ragazze coinvolte nel processo Ruby sono state informate di dover abbandonare gli immobili di Bernareggio entro la fine dell’anno.
Le due ragazze sono Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, come si apprende dalle fonti legali che hanno informato l’Ansa e dal Tg La7, che in primis ha diffuso la notizia dello sfratto, anche se non aveva fatto i nomi delle ragazze. Il contratto di locazione ad “uso transitorio” scadrà dunque il prossimo 31 dicembre 2023. Le due non saranno neanche più sostenute con l’assegno mensile di mantenimento, previsto di 2.500 euro a testa, come accaduto sino ad ora.
Era il 2013 quando Berlusconi dichiarò di risarcire 20 donne, lo fece proprio durante l’udienza in cui parlò della Guerra e di Sorcinelli. Silvio fu assolto sia dal primo processo che dal secondo, Ruby ter, nel quale i pm avevano calcolato un versamento di quasi 11 milioni di euro a 21 donne. Tra loro proprio Ruby, che percepì la metà di quella cifra. Sono passati dieci anni da allora, Berlusconi ha sempre mantenuto la parola data, finché ha potuto. I suoi legali gli consigliarono di procedere con un versamento una tantum con tanto di scuse, come avvenuto a fine di quell’anno tormentato, dove versò una buonuscita di 25mila euro ciscuna.
Le ragazze non accettarono e chiesero direttamente al braccio destro dell’ex premis, Giuseppe Spinelli, di riprendere i pagamenti come in precedenza. Berlusconi voleva evitare che le sue azioni “risarcitorie” venissero interpretate come un “modo per comprare le testimonianze”. Nella requisitoria del secondo processo, il pm Luca Gaglio disse che alle donne era stato “assicurato un reddito e un tetto, che per alcune è diventato un alloggio di proprietà”, in modo tale che “mentissero” su ciò che accadde nelle famose serate di Arcore. In seguito alla sentenza di primo grado, la Procura ricorse in Cassazione per l’ordinanza del tribunale, con le conseguenti assoluzioni.