“Quanto denaro devo mettere nella busta di matrimonio destinata agli sposi?” La domanda infiamma i social
“Non è di un parente, né di un amico stretto, ma diciamo di amici acquisiti…Io pensavo tipo 20 euro però poi visto che la cifra dovrà essere versata sul loro IBAN in che modo capiranno che ho ‘pagato’? Grazie per l’eventuale aiuto!”. Questa domanda ha scatenato il putiferio di commenti su Reddit e non si tratta di una questione nata oggi, ma è vecchia come la notte dei tempi. “Chissà le risate che si faranno a vedere un bonifico di 20€… – replica un altro ragazzo -. A questo punto portati pure i contenitori per recuperare un po’ di avanzi, così ci mangi il giorno dopo”.
Si scherza, ma nessuno ha fornito una risposta concreta, un consiglio giusto. Ognuno ha detto la sua, arrivando a sfiorare il ridicolo. Nessuno però ha dato la risposta definitiva, una di quelle condivise all’unanimità. “Cambia molto da regione a regione – osserva un utente -. In Puglia 20€ si danno per un compleanno. Ai matrimoni dei miei amici io ho dato 300 e quando ho fatto il testimone 500. Quando ho ricevuto solo la partecipazione e non l’invito (leggasi: sì Messa, no ristorante) ho dato 50”.
Suggerimenti, confronti, consigli. Un altro internauta spiega: “Qui al sud con 20 euro fai una figura talmente pessima che è meglio non andarci proprio. 20 euro è il minimo come quota per il regalo di una laurea, tanto per fare un esempio. Generalmente metto in base alla sala (ad esempio, se il pranzo viene 120 euro a persona nella busta si parte da 200 euro a persona) + bonus in base a quanto ci tengo alla persona (parente o amico stretto per intenderci anche 250-300-350 per persona sempre)”.
Ed ancora: “Se sei testimone poi è un salasso, si va tra 1 e 2k – 1.000 e 2.000 euro -. Il tutto ovviamente escludendo il costo dell’abito, matrimoni, comunioni e simili sono dei cancri soprattutto quando vengono uno dietro l’altro. Sembra di lavorare solo per dar soldi a questi eventi. Poi vabbè di base c’è sempre la teoria per cui ‘ognuno mette quel che si sente e che può’, però nel caso non si può raggiungere un “minimo dignitoso” si preferisce tirarsi fuori, i novelli sposi capiranno. Non so se da altre parti funziona diversamente, ma qui con 20 euro fai una magra figura”.
Busta di matrimonio: qual è la cifra esatta da regalare agli sposi?
Quante volte vi siete chiesti quale fosse la cifra di denaro corretta da inserire nella buste destinata agli sposi? La domanda del secolo, eppure dovete sapere che per arrivare ad una risposta matematica tale da evitare una brutta figura, razionalizzando il concetto e mettendo da parte sentimenti ed emozioni, esiste una vera e propria equazione che vi mostriamo di seguito.
€ = (B/2+I) * (C+ (C * 30%)) * P* D
€ = importo busta
I = Numero di invitati in famiglia
B = Numero di bambini
C = Costo presunto del ristorante
P = Coefficiente relazione di parentela che si applica così: Fratello 1,5 – Genitore 2,0 – Cugino 1,2 – Amico 1,0
D = Coefficiente di squarciunaria.
L’equazione

L’ultimo coefficiente, di “squarciunaria”, è inteso col significato di “mettersi in mostra”, ovvero quanto più si vuol figurare come genorosi. Quindi il fattore è: Squarcione 1,5 – Ngannaruto 1,3 – Amma fa’ ‘na bella figura 1,2 – Normale 1,0. La simpatica e geniale equazione è stata estrapolata dal volume “Manuale di filosofia napoletana” (Cultura Nova Editore), pubblicata da Amedeo Colella, noto e apprezzato scrittore partenopeo. Nell’esempio citato dal libro, Amedeo ci fa immergere nell’atto pratico dell’azione. Circostanza: fratello sposato con due figli che vuole fare una buona figura, con calcolo di costo medio a persona di 80 euro. Già, vi sarete accorti che non è recentissimo l’esempio, i prezzi sono lievitati considerevolmente. Parentesi a parte, torniamo a noi.
Il calcolo è: € = (1+2) * (80+24) * 1,5 * 1,2. Quindi: S= 3* 1041,51,2= 561,60. Quando si ricopre la figura di testimone, tuttavia, lo scenario è destinato a cambiare e non di poco. Il calcolo finale necessita di un incremento di almeno il 20%. Quando si sposa un collega di lavoro, di prassi è previsto un comportamento al pari di un parente in caso di pranzo o cena nuziale. Nelle circostanze in cui si è invitati solo la sera, al brindisi conclusivo, si consiglia di associarsi al regalo collettivo degli altri colleghi, o partecipare alla luna di miele versando una quota aggiuntiva.
Nonostante il geniale impegno dello scrittore napoletano, non ci stupiremmo se il quesito non venisse risolto nell’immaginario collettivo. Da sempre è un tema piuttosto dibattuto, non se ne viene a capo facilmente. Sulla questione esistono storie assurde, addirittura si dice che qualcuno in passato ha ripreso i soldi dalla busta dopo essere rimasto deluso del pranzo nuziale. “Robe da matti”, direbbe qualcuno. Si narra di storie in cui qualcuno è ricorso all’utilizzo delle carte per pagare la quota, per evitare il contante. Insomma: tutte storie non verificate in merito, vere e proprie leggende.