La CCC Barcelona Digital Services ha assunto personale per guardare video traumatizzanti su Facebook, al fine di controllare, censurare, eliminare e bannare gli autori di certi filmati sulla piattaforma. Il 20% dei dipendenti di Meta assunti per questo particolare lavoro sono in congedo per malattia per via dei traumi psicologici subiti dopo questa esperienza. Il loro compito era quello di visionare dai 300 ai 500 filmati al giorno al fine di stanare quelli che avrebbero potuto destabilizare gli utenti più sensibili.

Un lavoro di censura massacrante per tanti motivi: i dipendenti hanno affermato di aver assistito a episodi crudissimi come omicidi, stupri, suicidi in live. “In uno dei video, un padre mostra il suo bambino, che avrebbe avuto un anno. Gli pianta un coltello nel petto, gli strappa il cuore e lo mangia”, ha detto Francesc Feliu a Euronews. Dichiarazioni sconcertanti che lasciano interdetti i lavoratori di Meta. Non solo filmati, anche gli audio erano inquietanti, disturbanti, con urla e rumori insopportabili. Il sangue è una costante. Secondo gli avvocati, i lavoratori soffrono di disturbo da stress post-traumatico, disturbo ossessivo-compulsivo e depressione. Adesso la società di Meta dovrà rispondere dell’accusa di provocare malattie mentali in persone giovani e sane.

Non si tratta della prima causa di questo tipo. Già nel 2017 un lavoratore accusò Facebook della stessa cosa: ha lavorato come moderatore del social per un anno ed era un lavoro anche meno estentuante di oggi. Con lui, altri 35 omologhi di Facebook presentarono reclamo presso l’Alta Corte irlandese, alla sede europea di Meta. “Prendiamo sul serio il supporto dei revisori dei contenuti e richiediamo a tutte le aziende con cui collaboriamo di fornire supporto in loco 24 ore su 24, 7 giorni su 7, da parte di professionisti qualificati”, replica Meta. Ma l’avvocato Feliu dice: “Questo tipo di contenuti ti spaventano per tutta la vita. Non siamo macchine o computer senza sentimenti”.

Inoltre, la politica di Meta costringerebbe i dipendenti a guardare i video per intero, così da poter motivare correttamente le ragioni della censura.

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