Il filmato che non ti aspetti: censurato dalla Rete, ovviamente, anche se sui social ancora sta girando, spesso accompagnato da frasi goliardiche. Restano piccoli frame, frammenti qui e là. E resta ovviamente la notizia, che fa il giro dei notiziari. Esile, gracilina, proprio la persona che non penseresti mai possa essere in grado di mettere ko un uomo in protesta, un ambientalista di grande stazza che manifestava insieme ai suoi compagni del collettivo ecologico Les Amis de la Bourges. I giovani stavano impedendo alle religiose di una comunità di realizzare un centro di spiritualità nella regione francese dell’Ardeche. Il filmato ci ha messo poco a fare il giro del mondo, spesso condiviso sui social con frasi a effetto, alcune ironiche per la singolarità del caso.

La protesta degli ambientalisti alla luce del progetto in fase di costruzione da cinque anni non è andata giù alle suore. Una di loro ha perso la pazienza e ha agito neanche fosse una giocatrice di rugby. La zona dei fatti si trova nella località Saint-Pierre-de-Colombier. Si tratta comunque di un progetto piuttosto controverso, che trova dibattito sia in fase istituzionale che sul campo a quanto pare. Per impedire le proteste degli ambientalisti, le suore si tenevano la mano per formare una sorta di catena umana, proteggendo così il cantiere. Nel frattempo cantavano litanie alla Madonna.

Tuttavia, col passare dei minuti, la situazione si è fatta tesa e la catena umana è stata interrotta per fare spazio ad una delle suore, tra le più graciline ma con un’energia da lottatrice. Ha preso la rincorsa e si è avventata contro il giovane con una forza incredibile, tanto da farlo cadere al suolo. Dopo ore di tensione, evidentemente la donna di chiesa ha perso la pazienza. Era infatti già dalla mattina che i manifestanti creavano problemi, riuscendo a penetrare nel recinto del cantiere nonostante fosse stato fortificato da barriere realizzate proprio dalle suore. Scontri e alterchi, fin quando la donna di chiesa non ne ha potuto più.

Sul sito, l’associazione Pour l’Avenir de la Vallée de la Bourges aveva presentato una sospensione momentanea dei lavori contro il decreto della prefettura, il quale autorizzva la ripresa lavori. Per gli ambientalisti, il cantiere e l’eventuale realizzazione finale altererebbe l’equilibrio della regione, aumentando l’afflusso di persone sul posto. Infatti, il futuro complesso religioso avrà la capacità di ricevere ben 3.500 persone. Un incubo per gli attivisti per l’ambiente, che si ritroveranno stracolmi di mezzi di trasporto pronti a inquinare l’area.

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