Dopo il secondo schianto a pochi giorni di distanza, si pongono i riflettori sui turni di lavoro degli autisti: anche il bus elettrico di Mestre faceva parte della società del pullman della tragedia del 3 ottobre

A distanza di pochi giorni dalla tragedia avvenuta sul cavalcavia di Mestre, dal quale il bus guidato da Angelo Rizzotto è precipitato, provocando la sua morte e quella di altre 20 persone, tutti turisti, un altro bus elettrico è stato vittima di un episodio simile lo scorso sabato sera, pochi minuti dopo le ventuno. Un secondo incidente che fa ventilare l’ipotesi di un collegamento tra i due casi. Stavolta, oltretutto, c’è il referto medico: è un malore, si parla di episodio sincopale probabilmente dovuto ad un improvviso calo di pressione. Non si scarta l’ipotesi della coincidenza, ancora più netta se si considera che combacia anche il luogo dei due incidenti, Mestre. Soprattutto, si evidenzia la cosa più importante: entrambi gli autisti lavoravano per la stessa società.

Nel caso del bus elettrico, fortuntamente, né l’autista e né i 13 passeggeri a bordo sono in pericolo di vita, anche se hanno riportato alcune ferite con prognosi di qualche giorno. L’ipotesi del malore aleggiava già per via delle dichiarazioni dello stesso autista ai suoi amici, agli agenti, ai sanitari: confidenze secondo le quali poteva essere stato vittima di un calo di pressione lo scorso sabato sera intorno alle ore 21 in via Carducci.

Sotto inchiesta gli orari di lavoro

Adesso si indaga anche per capire l’orario di lavoro dell’autista vittima del malore, che ha causato l’incidente del bus, schiantatosi contro una colonna di marmo lo scorso sabato 14 ottobre. Sarà il primo elemento d’indagine, poi si passerà alla valutazione delle condizioni psicofisiche dell’autista 59enne. L’uomo ha ammesso di essersi sentito male, ha ripetuto questa versione a tutti, compresi gli operatori sanitari che lo hanno curato in Pronto Soccorso dopo i fatti. Al momento sarà sospeso dal lavoro per un bel po’ di tempo e si sottoporrà a tutti gli accertamenti sanitari del caso.

Ufficialmente non è stato ancora aperto alcun fascicolo formale da parte del pm Fabrizio Celenza, si attende che qualcuno sporga querela. Infatti, stavolta si procederà per il reato di lesioni stradali considerando che nessun ferito ha riportato lesioni da 40 o più giorni di prognosi, come prevede il limite stabilito dalla legge per far partire la denuncia d’ufficio. Oggi sarà valutata la possibilità di riunire i due episodi dei bus incidentati in un unico fascicolo.

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