Ve la immaginate una scuola senza pagelle? Chissà come sarebbe stata ai tempi. Chiaramente si tratta di un tema che divide il popolo, tra chi pensa che questo comporti troppo “comfort” e che possa essere solo nocivo per la preparazione dello studente, e chi invece ritiene che sarebbe la soluzione per far appassionare di più i giovani alla scuola, senza eccessiva “ansia da prestazione”. A rendersi protagonista di questa iniziativa, che funge da progetto sperimentale al momento, è la scuola Bottoni di Milano: si tratta di un liceo scientifico tra i più rinomati d’Italia. Se funzionerà, non abbiamo dubbi che il progetto potrà prendere piede anche per altre realtà, chiaramente legate sempre al mondo dell’istruzione.
Questo per evitare “la corsa ai voti”, tra “ansia e stress”. Si ritiene che il voto negativo influisca nella voglia dell’alunno di apprendere o meno. Si teme, dunque, che un cattivo voto possa danneggiare la volontà del ragazzo per approfondire gli studi. La preside dell’istituto ha proposto l’iniziativa durante il collegio dei docenti e solo due colleghi hanno dato parere avverso. Questo progetto prende esempio dall’istituto Marco Polo di Firenze, pioniere nell’iniziativa. Secondo quanto stabilito al momento, si moltiplicheranno i colloqui tra insegnanti e genitori dei ragazzi, che verranno informati in maniera più costante sull’andamento scolastico dei figli, non potendo far fede ai voti delle pagelle che non ci sarebbero più. Da due colloqui annuali, come si fa in occasione della pagella del primo quadrimestre e per quella di fine anno, diventeranno quattro.
Non solo: i corsi di recupero saranno organizzati in più periodi e non più solo a gennaio. Ed ancora: una terza classe della scuola sta già sperimentando proprio la didattica senza voti, realizzata in collaborazione con l’università Bicocca. Quest’altro esperimento è stato già condotto da due docenti del liceo Carducci: durante l’annata in corso sarà esteso a 16 professori, per cominciare il drastico cambio nella didattica. Al momento è il nord a muoversi in particolar modo in tal senso, anche in un liceo di Busto Arsizio, nel varesotto, è attiva questa sperimentazione: è il Tosi, che porta avanti entrambe le sperimentazioni, ovvero niente voti né nel quotidiano, né nella didattica. Ma anche il sud inizia ad interessarsi all’iniziativa e sono già diverse le scuole che stanno sposando il progetto. E voi che ne pensate: è davvero un bene per gli studenti l’omissione delle valutazioni?