Per risalire a questa storia, dovremmo introdurre personaggi su personaggi. Lo faremo con ordine. Prima però vi prennunciamo che quello che state per leggere è il momento più basso della storia del Real Madrid. Il tutto nasce dalle rivelazioni fatte da Jose Mourinho ai tempi dell’uscita del libro “Jose Mourinho: Up Close and Personal”, dove l’autore Rob Beasley svelava le dichiarazioni dell’allenatore ai tempi di quando era a capo della prestigiosissima squadra spagnola. “Mourinho ha detto che il Madrid era un club politico con fazioni in guerra e mi ha raccontato una storia su Essien che invitò i compagni di squadra al suo 30esimo compleanno, ma solo pochi si presentarono”.
Pochi? Un eufemismo: non si presentò praticamente nessuno. Michael Essien oggi allena il Nordsjaelland, ha dato già l’addio al calcio. Nel Real ci ha giocato nella stagione 2012-2013, collezionando 21 presenze e due goal. Unica parentesi nella squadra dei sogni, dove giocavano campioni del calibro di Cristiano Ronaldo, Kakà, Marcelo, Modric e tutti gli altri: insieme, questi campioni del calcio, hanno fatto la storia del team. Arrivato in squadra da pochi mesi, Essien voleva approfittare del suo 30esimo compleanno del 3 dicembre 2012 per riunire tutti e fare gruppo, come si suol dire.
Ebbene, purtroppo il centrocampista rimase deluso: dopo quattro mesi di spogliatoio, si era appena reso conto di essere solo. Credeva che la festa di compleanno sarebbe stata memorabile, 30 anni rappresentano un’età importante, aveva immaginato tutt’altra situazione. Lo scatto finito sui social tocca il cuore. Anche perché Essien fortunatamente non era completamente da solo: i due ragazzi che lo affiancano sono: alla sua destra, Luka Modric, attualmente ancora in forza nel Real, rappresentandone il cuore simbolico, e alla sua sinistra l’ex difensore, oggi in pensione, il portoghese Ricardo Carvalho. Non manca il sorriso, nonostante la desolante scoperta del ghanese quando si è ritrovato dinanzi alla raltà dei fatti. “Allora lui consolò Essien – ha detto Rob Beasley parlando di Mourinho – dicendo che non era niente di personale nei suoi confronti e che non significava che ai giocatori non piacesse, ma semplicemente si preoccupavano solo di se stessi e avevano cose migliori da fare”.
L’allenatore aveva tanto voluto Essien in squadra, memore della felice parentesi precedente nell’esperienza condivisa al Chelsea. Da questa storia ne emerge un quadro triste di uno degli spogliatoi più blasonati, composto da giocatori che hanno visto più trofei in tutta la storia del calcio. Da fuori si può pensare che in un club così tutto funzioni benissimo, a cominciare dai rapporti. Si può credere che si viva nel classico stato da “tutto rose e fiori”, e probabilmente in un certo senso è così. Ma Mourinho aveva già denunciato la difficoltà della piazza. Quell’annata non finì bene per i blancos, che chiusero sotto i rivali eterni del Barcellona a 15 punti di svantaggio. Era anche la stagione che vide Mourinho al culmine dell’esperienza madridista. Essien conserva ancora oggi questa foto con Modric e Carvalho.