Sta tenendo l’Italia in ansia la salute di Fedez, il rapper più famoso della Penisola, ricoverato al Fatebenefratelli di Milano dopo aver subito un intervento per via di due ulcere anastomotiche, le quali hanno causato un’emorragia interna. Le parole di Mr. Marra, amico e collega del Muschio selvaggio, quelle stories di Chiara Ferragni, rientrata “per un’emergenza” a Milano da Parigi, dove si trovava per le sfilate nella capitale francese. Poi il cantante ha rotto il silenzio con una story scritta, comunicando ai suoi follower: “Grazie per tutti i messaggi che mi state mandando. Ringrazio il personale medico che mi ha letteralmente salvato la vita”.
Cosa dice il chirurgo che ha operato Fedez
Sembrerebbe che il problema di salute che ha interessato il cantante non sia collegato con il tumore al pancreas. Fedez ha detto di essere ricoverato “a causa di due ulcere che mi hanno causato un’emorragia interna”. Ha raggiunto il Fatebenefratelli di Milano lo scorso giovedì sera, 28 settembre, ed è stato ricoverato in una stanza a pagamento della chirurgia. Si trova ancora lì. Sono state necessarie “due trasfusioni”, dopo le quali ha asserito di “stare molto meglio”.
Massimo Falconi, il responsabile della chirurgia al pancreas del San Raffaele, il dottore che ha operato Fedez in primavera, rimuovendo il raro tumore endocrino al pancreas, sostiene che quanto capitato al ragazzo “non sia collegato in alcun modo alla sua malattia di base, per cui non sta facendo nessuna terapia, ed è una cosa che può accadere a qualsiasi persona”. Un caso, ma potrebbero esserci dei collegamenti, non ancora verificati: “Può esserci una maggiore fragilità legata all’intervento, anche se osservata raramente. Ed è possibile che sia legata all’assunzione di qualche farmaco, anche se non abbiamo informazioni in merito”.
Secondo il dottor Falconi, Fedez guarirà in sei settimane: “Generalmente, per questo tipo di episodi, il ricovero dura tre, quattro giorni al massimo e dopo una terapia c’è una guarigione entro sei settimane”. Nonostante non ci sia collegamento, Falconi sostiene che la tanta paura possa essere giustificata da “uno stato di allerta maggiore”, dovuto proprio alla “malattia di base” dell’artista.
L’intervista al Corriere
«Innanzitutto una premessa […]: […] l’operazione è stata importante con l’asportazione della maggior parte del duodeno, cistifellea, testa del pancreas e un pezzo di intestino. Pur avendo eliminato diversi organi e visceri, viene ricostruita la continuità fra i vari segmenti dell’apparato digerente. Certamente si può vivere bene, come Federico dimostra da splendido testimonial, ma è anche uno degli interventi più complessi da effettuare e restano comunque delle accortezze che i pazienti devono rispettare».
[…] Veniamo a oggi: l’ulcera anastomotica è una conseguenza frequente dell’intervento?
«Può capitare, è un evento relativamente raro – risponde Falconi -. Si tratta di un’ulcerazione (una lesione della mucosa intestinale) che si forma in prossimità dell’anastomosi, ovvero dove noi chirurghi abbiamo “cucito”, suturato».
Come se ne accorge il paziente?
«Può manifestarsi con dolore addominale, difficoltà di alimentazione e, raramente, ematemesi (vomito di sangue) oppure melena (emissione, con le feci, di sangue digerito)» spiega il chirurgo.
Come si cura?
«Questa complicanza […] viene generalmente risolta con terapie farmacologiche oppure con un trattamento endoscopico che ferma il sanguinamento. Solitamente si somministrano protettori gastrici che riducono le secrezioni acide normalmente rilasciate dallo stomaco e, se necessario, vengono fatte delle trasfusioni di sangue. In genere il ricovero dura pochi giorni, nell’arco di un mese l’ulcera guarisce e il problema è risolto».
Può ricapitare?
«Sì, non si può escludere. Per questo è importante che i pazienti che subiscono interventi chirurgici delicati e importanti, come nel caso di Federico, seguano attentamente le indicazioni che vengono loro date, sia per quanto riguarda la terapia farmacologica che devono seguire, sia dal punto di vista della corretta alimentazione».