Un anno esatto è passato dalla tremenda alluvione che lo scorso 15 settembre mise in ginocchio le Marche. Per Silvia Mureu e suo marito, però, ricorre anche un anno dalla scomparsa di Mattia, il loro amato figlio. Il bambino è stata la vittima più giovane dell’alluvione e nonostante il dolore, i genitori del piccolo hanno provato a raccontare i tragici istanti che hanno segnato per sempre le loro vite.

Le parole della mamma di Mattia, vittima dell’alluvione nelle Marche

Mattia era nel seggiolino sul sedile di fianco a me. Pioveva, ma niente di particolare, e mio figlio era persino divertito dalla pioggia – racconta Silvia Mureu – poi, poco prima del ponte, in località Ripalta, sul torrente Fenella, che finisce nel fiume Nevola, è iniziato l’incubo. Ho visto davanti a noi una colata di fango scendere verso la strada. In pochi istanti l’acqua sulla strada è salita moltissimo, tanto da far spegnere il motore della nostra macchina. A quel punto eravamo in trappola”.

Negli istanti successivi l’auto a causa dell’alluvione nelle Marche andò a urtare un albero, ribaltandosi. “Sono riuscita ad abbracciare mio figlio e a portarlo fuori dall’abitacolo passando da un finestrino. Dopodiché è diventato tutto più confuso. Eravamo sottacqua, io aggrappata a Matty, sentivo le sue mani, ma poi un’ondata me l’ha portato via. Ho fatto di tutto per salvarlo, davvero di tutto, ma quella maledetta acqua me l’ha portato via”.

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Se fosse arrivato un allarme in tempo, avrei ancora il mio bambino

Il piccolo Mattia, la vittima più giovane dell’alluvione, fu rinvenuta 8 giorni dopo, a 13 chilometri di distanza dal punto in cui fu strappato dalle mani della mamma. Oggi, a un anno di distanza Silvia e Tiziano cercano ancora una risposta a una tragedia che ha cambiato per sempre le loro vite. “Se fosse arrivato un allarme in tempo, avrei ancora il mio bambino – dice Silvia – bastava bloccare le strade lungo il torrente. È difficile andare avanti. Per questo chiedo con forza che le indagini si concludano al più presto per dare almeno la riposta alla nostra unica domanda: Perché Matti è morto?”.

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