Quello di Michael Schumacher è ormai un “caso senza speranza”, parola dell’amico di famiglia e decano dei giornalisti della Formula 1, Roger Benoit. Ancora lui, a darci informazioni interne, private, che la famiglia Schumacher fa trapelare indirettamente e con molta riluttanza. Ma il caso è troppo drammatico, troppo assurdo, troppo toccante per tutti i suoi fan, gli amici, i familiari, gli unici a sapere veramente come vive e come sta oggi il grande campione di Formula 1. Bisogna precisare che anche l’inchiesta del collega Jens Gideon ha rivelato nuovi dettagli mai emersi prima.
“Sai come sta oggi il tuo amico Michael Schumacher?“, gli hanno chiesto. “No”, ha replicato Benoit. Non è una novità: la moglie del campione a più riprese ha messo una barriera tra suo marito e anche i suoi più intimi amici o collaboratori di pista, che lo hanno affiancato nelle gare, nelle prove, nei test, nelle qualifiche, per un’intera carriera sportiva. Ma non solo. Benoit, poi, si lascia sfuggire qualcosa ed è lì che le sue parole assumono il significato della totale rassegnazione. “La risposta a questa domanda è una sola e l’ha data suo figlio Mick nel 2021 in una delle sue rare interviste: ‘Darei qualsiasi cosa per parlare con papà’. Questa frase dice tutto di come sta suo padre da oltre 3500 giorni. È un caso senza speranza”.
Un dramma familiare “che fa più male della morte”, perché vissuto quotidianamente, sofferto giornalmente. E niente e nessuno fa qualcosa per non ricordare alla famiglia la propria terribile tragedia. Non moltissimo tempo fa, lo stesso Benoit raccontò il calvario della moglie Corinna Betsch quando mette piede fuori di casa: “Non fanno che chiederle del marito”. Per lei, anche una semplice domanda del tipo “come stai?”, può essere un dramma. Una vita condizionata, una sentenza “più severa della morte”. Schumacher “c’è, ma è diverso”, spiegava la stessa Corinna. Il tedesco ci manca.
