Alessandro Impagnatiello è in carcere dal 1° giugno scorso, per l’omicidio della fidanzata, Giulia Tramontano, avvenuto nella loro casa di Senago il 27 maggio scorso. Le 37 coltellate che il 29enne barman aveva inflitto alla donna incinta al settimo mese, sembravano già un’immane brutalità. Tuttavia, quel che è emerso nel corso delle indagini successive ha svelato ancora di più la crudeltà e la spietatezza di Impagnatiello.
In attesa del ritorno della ragazza, Impagnatiello cercava il modo di procurarsi il cloroformio
Secondo gli atti delle indagini dei carabinieri della Omicidi di via Moscova, il 5 febbraio scorso, Impagnatiello era in aeroporto, in attesa che la sua fidanzata Giulia tornasse a casa dopo alcuni giorni passati a casa dei genitori. La donna era già in attesa del piccolo Thiago, e Impagnatiello ne era a conoscenza. Tuttavia, e il dettaglio fa rabbrividire, mentre aspetta la sua compagna in dolce attesa, il barman sta già pianificando il modo in cui ucciderla. Di quegli istanti, infatti, sono le ricerche su Google di Impagnatiello che sta cercando di procurarsi del cloroformio per avvelenare Giulia e il piccolo che portava in grembo.
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Oltre al cloroformio il 29enne ha tentato di avvelenare Giulia con il topicida e con l’ammoniaca
Undici giorni dopo quella data, Impagnatiello riuscirà a procurarsi il cloroformio sul sito Letslab, sotto falso nome. Lui stesso, spacciandosi per un inesistente Andrea Valdi, ritirerà il pacco in un deposito Gls il 6 marzo. Cloroformio, ma non solo, perché l’uomo tenterà di avvelenare Giulia anche con del topicida e con l’ammoniaca. Infatti, tra dicembre 2022 e marzo 2023, le forze dell’ordine sono riuscite a ricostruire le ricerche effettuate sul web dal 29enne. Alcune di queste sono terrificanti: “ammoniaca feto; “veleno per topi”; quanto veleno per topi necessario per uccidere una persona”.
