Questa è una tecnica di cottura passiva, ormai non più una novità, sperimentata e apprezzata anche dal premio Nobel per la Fisica del 2021, Giorgio Parisi, che ha condiviso l’esperimento su Facebook qualche tempo fa. Il caro vita è alle stelle e il potere d’acquisto dei cittadini diminuisce sempre di più, dovendo far fronte agli effetti dell’inflazione. Questa tecnica è ormai utilizzata e apprezzata anche da molti addetti ai lavori: diversi chef hanno approvato la pratica, che permette un consistente risparmio sulla bolletta. Ma, prima di parlare di cifre, scopriamo la procedura precisa, molto più semplice di quanto si pensi. Sicuramente più facile della cottura tradizionale.

La tecnica per cucinare la pasta a fuoco spento

Muniti di pentola, riempita della giusta quantità di acqua (merita una parentesi a parte che affronteremo più avanti), la si posiziona su fornello acceso e con coperchio doverosamente posizionato sopra per favorire i tempi di ebollizione. Dopo aver tenuto la fiamma accesa per la durata di 120-180 secondi (momento in cui avverrà la ripresa del bollore), procedere con lo spegnimento. Una volta richiusa la pentola con il coperchio, attendere che la pasta si cuocia per altri 1 o 2 minuti in più rispetto a quanto suggerito sulla confezione della pasta. Infine, scolarla e condirla a proprio piacimento. Fine.

Come osserva Parisi nel post condiviso sui social, è importantissimo “tenere sempre il coperchio, il calore si perde moltissimo per evaporazione. Ovviamente in questo modo si consuma meno e penso che la pasta si cuocia lo stesso – aggiunge – In fondo la pasta si cuoce bene anche in montagna con l’acqua che bolle a 90 gradi”. Mantenere la temperatura tra gli 80 e i 90 gradi, permette la coagulazione al glutine della pasta. Chiaramente, quanto più la temperatura è inferiore a quella di ebollizione, tanto più tempo necessiterà la procedura. Ecco spiegati i 60-120 secondi aggiuntivi rispetto ai minuti d’attesa indicati sulla confezione.

Quanto si risparmia?

Arrivando a parlare di cifre, rifacendoci allo studio di Pastai Italiani di Unione Italiana Food, valutiamo un campione con 200 grammi di pasta cotti prima in modo tradizionale e poi a fuoco spento. Ebbene, si evince un risparmio che possiamo riassumere in un dato percentuale: il 6%. Estendibile al 13% se utilizzassimo 700 ml d’acqua per ogni 100 grammi, piuttosto che il classico litro per 100 grammi. Da qui l’indicazione di cui sopra, sul quantitativo di acqua da versare nella pentola.

Quando spegniamo il fuoco, dopo i primi 2-3 minuti di cottura, sempre tenendo il coperchio sopra la pentola per non disperdere il calore, otteniamo un risparmio del 47% in termini di energia ed emissioni di CO2. Sul lungo periodo, in base ad un consumo medio annuale di 23,5 chili di pasta a persona, il cittadino arriva a risparmiare fino a 44,6 kw/h in un anno, e 13,3 chili di CO2. E, ovviamente l’acqua: ben 69 litri.

Come spiega lo studio, ogni singolo cittadino assume un ruolo importante, dimostrando che l’unione fa la forza. In questo caso, farebbe il risparmio. I numeri sono impressionanti, perché se solo ogni italiano si comportasse in questo modo in cucina, otterremmo un risparmio totale di 350 milioni di kWh, vale a dire l’equivalente dell’energia utilizzata per illuminare tutti gli stadi di calcio di tutti i campionati europei per ben 24 stagioni. 24 anni. Il risparmio è estendibile fino a 2,6 miliardi kWh in un anno, l’equivalente di 150 anni di stadi di calcio illuminati in tutta Europa, turni infrasettimanali e coppe comprese.

Sempre nel concetto della coesione tra cittadini, qualora tutti procedessero in questo modo in cucina, questo comportamento ci farebbe risparmiare la bellezza di 4.100 m³ di acqua. Per intenderci meglio, il quantitativo con il quale riempiremmo oltre ben 1.500 piscine olimpioniche. Infine, ma non meno importante, risparmieremmo fino a 776 chilotonnellate di CO2, sempre secondo lo studio, “pari alle emissioni di un’auto che completa 21 viaggi andata e ritorno tra la terra e il sole”. Insomma, ora si spiega perché la tecnica trova l’approvazione di tutti. Basterebbe così poco per ottenere un risultato immenso. Riflettiamoci.

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