All’indomani dell’acclamato approdo di Romelu Lukaku a Roma per vestire la maglia giallorossa, e soprattutto dei disastri economici annessi per colpa di tifosi un po’ troppo esuberanti, capaci di distruggere il tettino di un’auto parcheggiata solo per affacciarsi e vedere meglio lo sbarco del centravanti, è la proprietaria della povera Panda ammaccata che parla, per rimproverare i responsabili.

“Il mio grande sdegno non è volto alla ricerca di un atto di carità o di un ristoro economico, ma è una precisa denuncia nei confronti di chi come appartenente ad una comunità sportiva non è riuscito (forse) ad infondere in maniera ancora più incisiva e educativa ai propri ‘sostenitori’ quell’insieme di valori umani e di rispetto per gli altri”. Sono le parole della proprietaria della Panda Rossa: lei è una dipendente aeroportuale che mai si sarebbe aspettata di ritrovare l’auto in quello stato dopo le sue 12 ore di lavoro.

All’aeroporto di Ciampino c’erano ben 5mila persone ad attendere Lukaku, che ha segnato diversi record con il suo arrivo a Roma, come l’aereo di linea più tracciato in assoluto dai cittadini online. La donna ha scelto i social per condividere il suo pensiero, attraverso una lettera a cuore aperto:

“Gentili signori, sono una delle ‘fortunate’ vincitrici dell’Oscar dell’inciviltà, rappresentato ieri dai vostri tifosi in occasione dell’arrivo a Roma Ciampino del calciatore Lukaku. Possiamo dire che, a mia insaputa e con mia grandissima riprovazione e soprattutto rabbia, ho partecipato anch’io alla grande festa ‘pagana’, offrendo la mia macchina come gratuito trofeo per i grandi festeggiamenti del nuovo imperatore! Una surreale ed ignobile manifestazione di barbarie, dove l’unico vero sacrificio è stato il mio, premiato dopo 12 ore di lavoro dalla devastazione della mia auto. Non era certamente nei miei piani, ma non per appartenenza a una fede calcistica diversa. Certamente ci sono le assicurazioni, ognuno si dovrà caricare necessariamente delle proprie responsabilità, ma a chi spetta quella etica e morale? Chi avrebbe dovuto garantire ancorché fuori dai perimetri societari il necessario coordinamento in sicurezza per un evento che avrebbe sicuramente visto la partecipazione di un gran numero di persone e (come è accaduto) anche di molti facinorosi e violenti soggetti? Sicuramente come altri, mi dovrò infilare in quel ginepraio legale quasi senza fine, fatto di carte bollate privandomi magari per molto tempo anche di quel mezzo che, mi avrebbe dovuto garantire l’arrivo al lavoro ed il ritorno a casa. In ultimo, la mia piccola utilitaria era un dono di mia nonna alla quale ero molto legata affettivamente, ma questa è un’altra storia. Saluti”.

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