Anche oggi spunta un nuovo scontrino “folle” e a denunciare l’accaduto è direttamente un sindaco: si tratta di Marco Della Pietra, primo cittadino di Spresiano, comune del Trevigiano. Ammette di essere stato “molto combattuto” prima di esporre in pubblico la vicenda, denunciando l’ennesima ricevuta shock di questa estate folle, ma poi ha scelto di parlarne con un lungo post pubblicato su Facebook.

Marco Della Pietra, sindaco di Spresiano.

Lo scenario è quello di un distributore di benzina locale, che ha chiesto 10 euro alla moglie di Marco Della Pietra dopo averla aiutata in seguito ad un tamponamento avvenuto nei pressi della sua attività. “Sono per il tempo sprecato”, avrebbe detto alla signora, rimasta sconcertata. Da quanto asserisce Della Pietra, sua moglie Ale stava accompagnando in auto la figlia a fare le analisi quando, intorno alle 8 della mattina, “sono state tamponate da un’auto”. Nessuno si è fatto male e, dopo aver risolto le pratiche necessarie per la compilazione del CID, al momento di ripartire si sono accorti che “il paraurti posteriore dell’auto di Ale che toccava la ruota sinistra”.

Quando la donna e il suocero, che l’aveva raggiunta dopo la richiesta di Marco, si sono recati dal distributore nelle vicinanze, un benzinaio del posto si è offerto di aiutarli, risolvendo il tutto “in due minuti”. Il papà del sindaco si sarebbe offerto di pagare qualcosa per il disturbo, il giovane avrebbe rifiutato. In un secondo momento il titolare sarebbe intervenuto ponendo lo scontrino. Di seguito la ricostruzione fedele del sindaco di Spresiano.

Il post del sindaco

MA DOVE ANDREMO A FINIRE?

Ero molto indeciso se scrivere o meno questo post perché negli ultimi tempi il tema “scontrini” ha creato non poche polemiche, ma alla fine credo sia giusto farlo.
Ieri mattina alle 8.00 mia moglie doveva portare la piccola a fare delle analisi e lungo il tragitto verso il laboratorio sono state tamponate da un’auto. Sono scesi tutti, fortunatamente illesi, ma non avevano il modulo per la constatazione amichevole al che Ale mi ha chiamato (io ero a casa col piccolino) e raccontandomi l’accaduto mi ha detto della necessità di avere un CID. Mi sono sincerato che stessero bene e ho chiamato mio padre chiedendogli di raggiungerle con il modulo e così ha fatto. Hanno compilato il tutto ma quando è stata l’ora di ripartire c’era il paraurti posteriore dell’auto di Ale che toccava la ruota sinistra. Ora, immaginate la scena: una mamma con la figlia di 4 anni, appena tamponate, ancora spaventate e agitate, e mio padre, che non ha più 30 anni, che cerca di sistemare a mano il paraurti.
Fatalità lì vicino (per non dire a pochi metri) c’era un distributore di benzina e mio padre ha chiesto ad un ragazzo che ci lavorava se avesse potuto prestargli qualcosa per fare leva e spostare il pezzo dalla ruota. Detto fatto: il ragazzo ci ha pensato lui e con una leva in due minuti ha spostato l’ostruzione liberando la ruota. Mio papà allora, per gentilezza, ha chiesto se avesse dovuto qualcosa e il ragazzo gli ha risposto:”si figuri se non ci si aiuta in queste occasioni!”.
Lieto fine.
E invece.
Invece è uscito il proprietario del distributore (che evidentemente aveva assistito alla scena dall’interno) dicendo che “il tempo è denaro” e chiedendo 5/10 euro per il “disturbo”.
Ale e mio padre inizialmente credevano scherzasse ma quando hanno capito che era serio, interdetti, hanno allungato (sbagliando, sicuramente) 5 euro a testa al signore (tra lo stupore del dipendente e di alcune persone che avevano assistito alla scena) e se ne sono andati quasi senza rendersi conto della cosa.
Ale poi mi ha chiamato raccontandomi l’accaduto.
Ho aspettato che rientrassero a casa e ho voluto fare un passaggio dal signore di cui sopra. Arrivato lì subito ho parlato con un ragazzo, convinto fosse lui, dicendogli che non ritenevo corretto quanto fatto, ma questi mi ha indicato il suo capo all’interno della struttura. Sono entrato, ho aspettato che un paio di persone pagassero il rifornimento e poi gli ho manifestato tutto il mio dissenso in ordine al suo comportamento. Senza alzare la voce. Gli ho chiesto se fosse stato il caso di chiedere dei soldi in quella situazione e a quelle persone. Eticamente la ritenevo (e la ritengo) proprio una cosa di una bassezza indefinibile. Inqualificabile proprio. Gli ho detto che ognuno fa i conti con la propria coscienza e che di certo non ero andato lì per riavere i soldi. Però lo scontrino sì, quello lo volevo. Perché passi che sei un uomo infimo ma almeno iva e tasse le paghi. Me l’ha fatto subito mal celando un palpabile imbarazzo dietro una finta tracotanza, asserendo che io non ero presente e che non sapevo quanto tempo avesse perso (in realtà ho avuto praticamente la diretta telefonica e lui, tra l’altro, non aveva mosso un dito) e che “el ghe gavea prestà el levarin” (aveva prestato loro la barra di ferro)….pensa te! A una donna con una bimba di 4 anni e un signore di 75 che, sudato fradicio, tentava di sistemare un paraurti a mano lui, persona dall’animo nobile, aveva prestato la leva e aveva altresì impegnato parte della sua forza lavoro per aiutare i malcapitati.
Due minuti.
Totale: 10 euro.
Devo avergli anche detto che a sti prezzi lui viaggia a 300 euro all’ora.
“Ma mi ghe ne gaveo domandà 5 o 10”.
Giuro che non ho né inveito né offeso, anche se la tentazione era forte; Dio solo sa quanto avrei voluto gridargli di vergognarsi.
Ora, io so benissimo che la stragrande maggioranza dei benzinai mai si sarebbe comportata come questo tizio e mi spiace molto che all’interno della categoria ci siano persone di questo tipo che, ovviamente, ledono la reputazione anche di chi si comporta correttamente. E magari la fanno sempre franca perché nessuno dice nulla. Beh, stavolta anche no.
Per la cronaca, come potete leggere, mi ha fatto uno scontrino per lavaggio auto esterno (anche perché non credo che tra i tasti predefiniti ci fosse un “prestazione col levarin”) ma almeno, lo ripeto, ci pagherà iva e tasse

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