Le nozze tra Cristina Seymandi, ex collaboratrice dell’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, e Massimo Segre, finanziere e commercialista, sono ormai saltate: è noto a tutti.

Ora però la questione finisce in un’istruttoria, come annunciato dal Garante della Privacy: tutto è iniziato a causa quando il video della festa nella villa di Torino è diventato virale. Nelle immagini, il noto professionista torinese, con un colpo di scena, non annuncia la data del matrimonio ma interrompe pubblicamente il proprio fidanzamento con Cristina, rendendo noti tutti i tradimenti della donna.

Sul sito dell’Authority si legge: “Il garante, in relazione alle notizie diffuse dalla stampa e al video della festa organizzata in una villa di Torino nel corso della quale un noto professionista ha rivelato dati e informazioni sulla vita privata della sua ex partner e di terzi, sta procedendo all’avvio di un’istruttoria al fine di accertare eventuali responsabilità connesse alla violazione della vigente disciplina della privacy“.

Con l’istruttoria il garante vuole accertare il possesso, da parte di diversi soggetti che hanno proceduto a diverso titolo, anche attraverso video, alla diffusione dei dati e dei contenuti, di un’idonea base giuridica.

Le parole di Massimo Segre

In una lettera inviata a “La Stampa”, Massimo Segre ha dichiarato: “Da quando, esattamente 3 anni prima, il 27/07/2020 infilai al dito di Cristina lo zaffiro di mia madre, chiedendole di sposarmi e ottenendo l’assenso, io non sono stato libero di amare altre e così avrebbe dovuto essere per lei. Così intendevamo entrambi impostare la nostra relazione e il nostro matrimonio. Questo era il patto suggellato indossando l’anello della mia famiglia. Raccontare i suoi tradimenti non è violenza: è un gesto forte, che mi è immensamente dispiaciuto fare nei suoi confronti e che mi è costato particolarmente tanto, perché totalmente lontano da quella mia maniacale riservatezza, comprovata dal fatto che le foto che mi ritraggono sono quasi tutte non recenti.”

Nel tentativo di giustificare il suo gesto “estremo”, Segre ha aggiunto: “La Signora Seymandi è talmente abile nel raccontare una propria visione della realtà che dovevo assolutamente preservare la mia reputazione, il dono più grande lasciatomi dai miei genitori. L’unico modo per evitare narrazioni distorte, se non addirittura totalmente fantasiose, consisteva nel prendere l’iniziativa davanti a tutti i suoi amici, prima che potesse raccontare chissà che cosa su di me, se l’avessi lasciata.

In conclusione il riferimento alla parità di genere, tema su cui in questi giorni è stato attaccato su più fronti: “Voglio solo aggiungere che il problema della parità di genere non mi appartiene: mia mamma fu la prima presidente donna di una banca quotata in Italia e mi ha insegnato che le persone si giudicano per le loro qualità, non per il loro sesso.”