Quella italiana si sta rivelando un’estate bollente non solo per le temperature, ma anche per il caro vita: i prezzi sono alle stelle, l’inflazione tocca picchi record e i ristoratori non fanno nulla per non apparire sui giornali quotidianamente con qualche nuova trovata sugli scontrini emessi ai clienti. L’ultimo caso viene segnalato a “La voce di Alba”: si tratta di uno scontrino già virale sui social, dove si evidenzia il costo per la richiesta di due cucchiaini.
Il caso giunge dopo la polemica lanciata da Selvaggia Lucarelli, con tanto di denuncia foto-documentata di uno scontrino che dimostra il pagamento di una cliente di due euro per la richiesta di un piattino vuoto per sua figlia. Non solo: poco prima era stato denunciato il caso di uno scontrino shock per un toast diviso a metà, il cui taglio è costato altrettanti due euro. Nel caso di oggi, come vedete dalla foto, il costo è minore, 1,50 euro, ma si tratta di un’altra banalissima richiesta che generalmente non non si tramuta in un sovrapprezzo del conto finale.
“1,50 euro per due cucchiai”, si legge nella ricevuta. I clienti avevano chiesto le posate per dividersi una crema catalana da 5 euro. “Pagati 1/3 del valore del dolce”. Ormai i casi sono molteplici e le persone si domandano insistentemente se questo rientri in un contesto di legalità o meno. Ebbene: è tutto legale dal punto di vista giuridico se determinati costi aggiuntivi vengono inseriti nel menu, come spiega nel video di cui sopra l’avvocato, giornalista e Presidente di Consumatori.it, Massimiliano Dona.