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“Spero tua madre muoia”: tennista sbotta e denuncia gli insulti (VIDEO)

Francesco Maestrelli denuncia gli insulti

“Spero tua madre muoia”: tennista sbotta e denuncia gli insulti

Testa di c**zo; ritardato; bastardo; idiota; pezzo di mer**; spero che tua madre muoia”. Sono solo alcuni degli insulti che il tennista italiano Francesco Maestrelli ha deciso di denunciare attraverso un video social, divenuto immediatamente virale e che ha messo in luce un problema, quello delle offese ai personaggi dello sport, di cui non si parla mai abbastanza.

Gli insulti, secondo il tennista che ha denunciato la situazione, verrebbero da scommettitori che in seguito alla sconfitta dell’atleta, perderebbero la loro scommessa

Secondo il tennista che ha denunciato la squallida pratica degli insulti, ciò avviene ogni volta che viene sconfitto. La maggior parte delle ingiurie, infatti, verrebbero da persone che in seguito alla sconfitta, perdono l’importo da loro scommesso sul match. Nel caso specifico del video, infatti, Maestrelli legge una lunga serie di insulti rivolti a lui e alla sua famiglia, dopo aver perso una gara di qualificazione al torneo di Bastad, in Svezia.

Volevo mettere in risalto una situazione di cui si parla troppo poco. Ormai si è sviluppata una sorta di apatia generalizzata, figlia dell’abitudine. Ho deciso di farmi portavoce di una battaglia che riguarda tutti i tennisti: in molti, specie tra i coetanei, mi hanno manifestato vicinanza”.

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Nonostante l’abitudine, il tennista ha deciso di farsi coraggio e denunciare l’accaduto

Nel proseguo del racconto, Maestrelli ha rivelato che questa squallida pratica è iniziata addirittura prima che debuttasse nel circuito dei professionisti e che all’inizio le minacce via social lo spaventavano moltissimo. Tuttavia, nonostante l’abitudine, il tennista ha deciso di denunciare gli insulti.

Grazie ai consigli di persone a me vicine con molta più esperienza. Mi ripetevano di non farci troppo caso. Ma non è facile, soprattutto quando coinvolgono la tua famiglia o ti minacciano di morte. Poi ci rifletti meglio e capisci che non verranno a cercarti a casa”.

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