Si chiama Raffaele Capperi ed è un attivista anti-bullismo che si premura di combattere i cosiddetti “leoni da tastiera”, usando “l’arma più potente al mondo”: la gentilezza

Raffaele Capperi è un attivista anti-bullismo che condivide la sua vita sui social, davanti alle 900mila persone che lo seguono: purtroppo, tra questi c’è anche chi lo ha bullizzato e continua a farlo tuttora. Il motivo? La sua malformazione. Già, ancora body shaming nel 2023, a farci comprendere che il passo evolutivo avviene solo nella teoria, e forse neanche. “Ringrazio tutti quelli che si sono schierati dalla mia parte – dice lui, buono come il pane – sono persone che sanno vedere la vera bellezza, ovvero quella interiore. Ciò detto, in tanti mi hanno consigliato di non fare più video di questo tipo per non dare in pasto la mia immagine ai leoni da tastiera. Io però mi chiedo: perché mai dovrei avere paura di quello che sono?”.

Chi è Raffaele Capperi?

Coraggio, maturità, consapevolezza: Raffaele ne ha da insegnare a chiunque. Eppure, per l’hater medio del terzo millennio, tutto quello che si dice, si pensa, si produce, non ha valore se a capo c’è un individuo che ha la sindrome di Treacher Collins, la rara malattia di cui è affetto il 29enne. Lui è nato senza quasi tutto lo zigomo destro e parte del sinistro. Lo stesso discorso vale per il mento e l’orecchio destro. Otto interventi chirurgici non sono bastati per mettere a tacere i bulli. Perché seguirlo se non lo si apprezza? Resterà uno dei grandi misteri dell’umanità. Ma lui la fiducia nella stessa non l’ha persa e non la perderà facilmente: “Il mio motto? Siate gentili”.

Chi non lo conosce già, avrà sicuramente avuto modo di notarlo a Tu si que vales, nell’edizione di tre anni fa, quando con un suo monologo fece commuovere tutta l’Italia. Negli scorsi mesi ha condiviso la sua storia per le scuole italiane, accompagnato dalla sua autobiografia “Brutto e cattivo”, un impegno che gli ha fatto ottenere l’onorificenza di Mattarella, che lo ha insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica: “Il perfetto stimolo per continuare a credere in quello che faccio”, asserisce.

Il bullismo

Ma purtroppo non c’è solo il bene nella sua storia, tutt’altro. Il bullismo è un male che ha conosciuto sin dalla tenera età: “All’asilo – per esempio (ndr) – dove gli altri bambini scappavano alla mia vista”. Dell’istituto scolastico, però, non ha pessimi ricordi. Anzi, si ritiene “fortunato” di non essere stato eccessivamente maltrattato tra le mura della scuola, probabilmente gli studenti reprimevano la loro voglia di scherno davanti ai docenti. Tuttavia, purtroppo, recuperavano quando erano fuori: “Fioccavano commenti, battute e altri comportamenti poco carini nei miei confronti”. L’assurdo? “Di recente una signora mi ha raccontato di avermi salvato da un pestaggio: ciò che le fece più male fu vedere i genitori che tenevano i figli lontano da me non tanto per farli smettere, quanto perché facevo loro paura”.

Eppure, il suo cuore è grande ed è pronto ad accogliere il perdono: “Quando li vedo quei ragazzi, li saluto e ci chiacchiero. Poi certo, gli amici veri sono altri. Nella vita abbiamo il potere di scegliere chi avere al nostro fianco, ma non quello di scegliere a chi portare rispetto, perché il rispetto va portato a prescindere”.

I nuovi attacchi all’attivista Capperi, bullizzato: “Il cesso di casa mia è migliore”

In questi giorni l’attivista sta facendo nuovamente parlare di sé indirettamente, sempre a causa degli stolti commenti che riceve quotidianamente sui social. Irripetibili, ma per dare l’idea del dolore che trasmettono, ne condividiamo alcuni per denunciare. “Fai cag**e anche ora”, gli scrivono. Il riferimento è ad un video che ha postato di recente, dove, attraverso un editing in stile “prima e dopo”, ci mostra la differenza rispetto ai momenti in cui veniva bullizzato, e il risultato ad oggi, con un sorriso ritrovato, una fiducia in sé stesso rinnovata e, soprattutto, un aspetto decisamente curato ed elegante. Non basta, anzi, “gli dai modo di farti fare ancora più del male”, gli consiglia chi sembra sia dalla sua parte.

“Tu puoi solo andare a put***e”, gli scrivono ancora. “Sei come il cesso di casa mia”, e via scorrendo. Lo scroll su Instagram peggiora progressivamente a ogni commento. La cosa che fa più male è che questi commenti generano molta approvazione, come le bordate di like che ricevono. L’exploit? “Devi morire”. Secondo voi è possibile? Eppure, è realtà. Questa è la storia di Raffaele, una vittima della superficialità del terzo millennio, dove le persone osservano solo l’apparenza, classificando gli umani attraverso questo criterio.

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