Un articolo del nuovo contratto collettivo per il comparto istruzione introduce misure per tutelare il benessere psicofisico dei lavoratori transgender, ma conservatori e Pro Vita parlano di “atto ideologico grave”

Il Contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto dell’istruzione e della ricerca, firmato il 14 luglio dall’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) e dalle organizzazioni sindacali (ad eccezione di Uil), ha introdotto importanti misure per tutelare il benessere psicofisico dei lavoratori transgender nell’ambito scolastico.

L’articolo 21 del contratto prevede che il personale scolastico transgender, compresi docenti e personale amministrativo, abbia il diritto di ottenere bagni e spogliatoi neutri, uniformi di lavoro coerenti con il genere scelto, e un’identità alias per il riconoscimento formale, che comprenderà il cartellino di riconoscimento, le credenziali di posta elettronica, la targhetta sulla porta dell’ufficio e le tabelle con i turni esposte negli spazi comuni. Tali misure mirano a creare un ambiente di lavoro inclusivo e a eliminare situazioni di disagio per coloro che stanno affrontando un percorso di transizione di genere.

Tuttavia, la notizia ha suscitato reazioni negative da parte di alcuni gruppi conservatori, come Pro Vita & Famiglia, e ha scatenato critiche da giornali di destra. Queste posizioni avversarie hanno portato alla richiesta di ritirare la norma dal contratto, definendola un “atto ideologico grave”.

Più diritti ai trans dipendendi nella scuola, ma non è una novità

Tuttavia, è importante sottolineare che l’articolo che tutela le persone transgender con l’identità alias non è una novità introdotta dal governo in modo inaspettato, né una mossa per promuovere l'”indottrinamento gender”. Si tratta di una disposizione già presente in altri recenti contratti del settore pubblico, come quelli riguardanti la Sanità e le funzioni locali e centrali, per garantire inclusione e più diritti ai trans.

La segretaria generale nazionale Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ha chiarito che si è trattato di una scelta deliberata del tavolo contrattuale tra Aran e le organizzazioni sindacali, senza alcuna interferenza politica. Questa misura è stata inclusa per tutelare il benessere delle persone transgender che lavorano nel settore della scuola, che rappresenta oltre un milione di dipendenti.

Il nuovo contratto Scuola ha introdotto anche altre importanti novità, come aumenti salariali per i docenti e i direttori dei servizi generali e amministrativi, la regolamentazione del lavoro agile, e misure di tutela per il personale che subisce violenza.

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