A Bologna prevista una manifestazione per la libertà dello studente
Lo studente dell’Università di Bologna Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere.
A riferire la notizia è stato uno dei quattro legali dell’attivista al termine dell’udienza tenutasi nella giornata di oggi nel tribunale di Mansura, in Egitto.
Zaki è stato portato via dall’aula e trasferito alla stazione di polizia di Gamasa tra le grida della madre e della fidanzata che attendevano all’esterno.
A causa delle ferree leggi egiziane, la sentenza è inappellabile.
“Calcolando la custodia cautelare” già scontata, “si tratta di un anno e due mesi di carcere“, ha detto Hazem Salah, uno degli avvocati Zaki. Infatti, il ragazzo ha già scontato 22 mesi di detenzione.
Tuttavia, la sentenza segue un iter particolare: dovrà essere sottoposta alla firma del presidente egiziano Al-Sisi che potrebbe decidere anche un’altra sorte per Patrick, compresa la grazia.
Ed è proprio qui che i legali possono opporre ricorso.
Poco prima della sentenza, lo studente aveva scritto un post su Facebook in cui annunciava l’arrivo al tribunale per l’inizio dell’udienza.
“Spero, come al solito, nella fine del processo che mi permetta di viaggiare normalmente” – ha scritto Zaki.
Il calvario di Patrick Zaki
La vicenda ha inizio nel febbraio del 2020, quando Patrick Zaki, che frequentava il Master di studi di genere dell’Università di Bologna, viene arrestato all’aeroporto de Il Cairo.
Lo studente era tornato in patria per far visita ai suoi parenti, prima di far ritorno in Italia.
Tuttavia, il giovane viene fermato in aeroporto e arrestato: il ragazzo subisce una serie di violenze e torture, in quanto sostenitore dei diritti per la comunità Lgbt.
Il motivo nell’arresto è legato a un articolo scritto dallo studente nel 2019, dal titolo “Displacement, Killing & Harassment: A Week in the Diaries of Egypt’s Copts“, in cui denunciava le violenze subite dai cristiani copti. L’arresto viene formalizzato il 9 febbraio del 2020: Zaki è accusato di “istigazione alla violenza, alle proteste, al terrorismo e gestione di un account social che punta a minare la sicurezza pubblica“.
Dopo l’arresto, il giovane verrà trattenuto nel carcere egiziano di Tora fino al 7 dicembre 2021, con una custodia cautelare che verrà rinviata ogni 45 giorni.
Lo studente verrà rilasciato, ma non sarà prosciolto dalle accuse.
Intanto, comincia la mobilitazione internazionale per chiederne la scarcerazione.
Seguiranno infatti undici udienze: l’ultima quella di oggi, 18 luglio 2023, che ha incriminato e condannato Patrick Zaki a tre anni di carcere.
Qualche giorno fa si era riuscito a laureare presso l’università di Bologna con una tesi su giornalismo, media e impegno pubblico.
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La manifestazione a Bologna per la libertà di Patrick
Intanto, la sentenza ha suscitato molte polemiche nel nostro Paese.
Alle 19:30, a Bologna, si terrà una manifestazione per chiedere la libertà per Patrick Zaki. L’appuntamento è in piazza Nettuno, adiacente a piazza Maggiore.
L’iniziativa è promossa da Amnesty International e dalla rete che in questi anni si è mobilitata per il caso del ricercatore condannato in Egitto. Molte le adesioni, fra le quali quella del sindaco, Matteo Lepore e del rettore dell’Università Giovanni Molari, il quale ha ribadito nuovamente che si tratta di un’ingiustizia e un dolore immenso.
Il più grande desiderio di Patrick è quello di poter tornare in Italia per studiare.