Il cuore di Vincenzo D’Amico si è fermato oggi: l’ex calciatore ha scoperto il tumore al sorgere della primavera 2023

Si è spento a 68 anni l’eterno “ragazzino” Vincenzo D’Amico: è morto il Golden Boy della Lazio, che solo lo scorso 8 maggio annunciava la malattia, scoperta da poco tempo. Lo stesso piccolo lasso temporale che è bastato al tumore per portarselo via: “Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate! Io ci sto provando”, era il suo messaggio diffuso sui social, ora stracolmi di messaggi di cordoglio da parte di tutto il mondo della Lazio, e non solo.

La carriera, la malattia: chi era l’ex calciatore e commentatore televisivo Vincenzo D’Amico?

Nato il 5 novembre del 1954, Vincenzo è cresciuto a pane e calcio, sfiorando addirittura il settore giovanile della Roma. Il destino però gli aveva riservato altro: la città era la stessa, ma passando dall’altra sponda del Tevere. Era il 1970 quando diventava biancoceleste e due anni dopo passò in prima squadra. L’esordio avvenne sul campo di Modena, quando ancora doveva compiere la maggiore età. Il primo goal nel gennaio dell’anno del primo storico scudetto, con Maestrelli al timone del club. Tuttavia, non cominciò bene la carriera: al di là di un carattere un po’ sopra le righe, a dir poco esuberante, pronto a rovinargli prematuramente la scalata, questa veniva già interrotta da un infortunio al ginocchio che, con le cure del tempo, significava addio sogni di gloria. Nei casi più sfortunati, l’infortunio al ginocchio diventava una sentenza irreversibile.

Quando Maestrelli privò l’irrequieto giovane Vincenzo della patente e gli fece congelare il conto in banca: “Altrimenti ti giochi la carriera”

Nonostante saltò tutta la stagione, e i dubbi su di lui aumentavano con il passare del tempo, lo stesso destino che lo fece diventare biancoceleste (sebbene l’insistenza giallorossa per garantirsi le sue prestazioni) gli fece vincere il primo dei due scudetti in bacheca a Formello. E lo fece da protagonista, tra i protagonisti, come in quella magica stagione con Tommaso Maestrelli allenatore in carica, Maestro ricordato nel video di cui sopra. Irrequieto da giovane, pacato e benvoluto da adulto, al tempo non era facile gestire il burrascoso carattere dell’indisciplinato D’Amico. Maestrelli lo mise in riga, privandolo della patente e facendogli congelare il conto in banca. Quel carattere avrebbe potuto compromettergli la carriera.

Le cose poi non andarono così tanto bene. Quell’inspiegabile morte di Luciano Re Cecconi, centrocampista biancoceleste ucciso da un colpo di pistola in una gioielleria romana, poi la malattia del Maestro Maestrelli e, ancora, la grana del calcioscommesse. Passò a giocare al Torino per ricominciare un nuovo capitolo, d’accordo con la società biancoceleste che aveva bisogno di fare cassa. Nel frattempo salutava il sogno Nazionale italiana dopo la memorabile lite con Enzo Bearzot che non lo vedeva tra i suoi titolari. Tornò di nuovo alla Lazio e fece un altro memorabile regalo ai tifosi romani di sponda biancoceleste: contribuì a sventare la retrocessione in serie C della squadra nel 1982, quando il club era guidato da Eugenio Fascetti.

Dopo l’addio al calcio giocato, lo abbiamo ritrovato prima sulle tv locali romane, poi in qualità di opinionista e commentatore sulle reti nazionali. Lo ricordiamo in Rai e con il suo solito composto ed elegante modo di comunicare, rappresentando l’immagine di un saggio uomo di calcio, di buon senso e dai modi pacati. Pochissimi mesi fa, al sorgere della primavera, Vincenzo ha scoperto di essere malato di tumore. Aveva scelto Facebook per comunicare la malattia e lo aveva fatto con lo spirito di chi aveva voglia di combattere. Ma non è bastato e il male lo ha stroncato in pochissimo tempo, lasciando un grande vuoto nei cuori dei tifosi biancocelesti e non solo.

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