Come risponderà la città di Milano? Il web si scatena, la frase di Zerocalcare nella seconda stagione della sua serie tv fa il giro dei social: “La panna è gratis perché non stamo a Milano”

Una gelateria romana trae ispirazione dalla seconda stagione di Zerocalcare, l’artista autore della serie tv disponibile su Netflix con il titolo “Questo mondo non mi renderà cattivo”: “La panna è gratis perché non stamo a Milano”. Questa frase è stata riportata su un cartello posto all’esterno di un locale di Roma, situato nel quartiere Testaccio, e a diffondere la foto ci ha pensato Monica Leofreddi in una stories pubblicata sul proprio profilo Instagram. Zerocalcare la pronuncia durante uno degli episodi dello show e, per chi conosce bene il format proposto dal simpaticissimo fumettista romano, quello del gelato è un tema ricorrente per via dell’amore smisurato del suo migliore amico Secco, il quale non fa altro che tormentare Zero con la solita, insistente e asfissiante domanda: “Annamo a pija’ er gelato?”. Frase diventata un meme, stesso destino che pare riservato per la citazione di cui sopra.

Certo, è contestualizzata al solo gelato, ma non ci stupiremmo di eventuali modifiche realizzate in “corso d’opera” dalle varie menti geniali del web, per associarla magari ad altre dinamiche, conoscendo il diabolico mondo dei social. L’episodio, comunque, non fa altro che porci davanti ad un caso che effettivamente merita un chiarimento e soprattutto davanti ad una domanda che necessita di una risposta.

Panna è gratis perché non stamo a Milano la provocazione ispirata dal romano Zerocalcare
La panna è gratis perché non stamo a Milano la provocazione che trae ispirazione dal fumettista Zerocalcare

La panna sul gelato si paga o no?

A Milano sì, a Roma no. Pare. Ma chi ha ragione? Intanto è bene sapere che, per via del caro bollette in conseguenza (tra le altre cose) della guerra in Ucraina e l’inflazione in generale che fa lievitare anche i costi delle materie prime (latte in primis), il prezzo in generale del gelato è aumentato del 6,2 per cento secondo i dati emersi dall’indagine della Federazione Italiana Pubblici Servizi. Per rispondere alla domanda che ci poniamo, è bene sapere che, di consuetudine, ci sono numerose gelaterie che includono il prezzo della panna nel valore del gelato finale, con un’oscillazione tra i 20 e i 50 centesimi; parallelamente, esistono altrettante realtà che non la fanno pagare.

La questione non ha una regolamentazione universale precisa e la decisione finale è a discrezione del locale. Chiaramente lo scatto pubblicato dalla giornalista ha suscitato le immancabili controversie sul web, con un lato di facinorosi pronti a puntare il dito contro il capoluogo lombardo e l’altro, più tollerante, che si dice a favore di un extra da aggiungere al costo finale del prodotto, per via del fatto che “a parità di peso, la panna costa molto meno di un qualsiasi gusto gelato”, e la spesa aggiuntiva eventuale “è sopportabile”.

Gli addetti ai lavori pro-pagamento fanno notare che comunque si tratta di una spesa per il locale: “Un chilo di panna di qualità costa sei euro, ai quali aggiungere macchinario, lavoro e tempo per montare, zucchero per chi lo mette”, spiega Simone Bonini, fondatore del brand Carapina nel 2008, a Firenze. Tuttavia, nei locali romani è consuetudine offrire gratuitamente la panna che resta senza costo anche in aggiunta nel caffè. Una tradizione capitolina che sembra voler resistere all’inflazione di oggi.

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