Un esemplare di orso è stato trovato morto nei boschi di Cavedago, in Trentino Alto Adige: si tratta del terzo caso misterioso in poco meno di due mesi. L’Enpa: “Fugatti ascolti le nostre proposte”
Un orso è stato trovato morto nei boschi di Cadevago, in Trentino Alto Adige.
A segnalare la carcassa è stato un escursionista che, lo scorso venerdì, ha allertato il corpo forestale trentino. Si tratta di un esemplare di plantigrado maschio, presumibilmente “subadulto”.
Secondo la provincia, l’orso sarebbe morto diversi giorni fa.
Intanto, l’animale sarà consegnato all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che condurrà i necessari accertamenti, anche per stabilirne l’identità.
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Tre orsi morti “misteriosamente” negli ultimi due mesi
Quello dell’esemplare di orso trovato morto nei boschi del Trentino è il terzo caso in poco meno di due mesi. E forse non è una casualità se queste morti “misteriose” si siano verificate soltanto dopo la morte di Andrea Papi, il runner 26enne (probabilmente) aggredito e ucciso dall’orsa JJ4 nei boschi di Caldes.
Infatti, a fine aprile M62, uno dei plantigradi considerati “problematici” dal presidente della Regione Trentino Maurizio Fugatti, era stato rinvenuto tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsi.
A inizio giugno, invece era roccato a un altro esemplare, la cui carcassa era stata trovata nella zona del Monte Peller. Tuttavia, per nessuno dei due esemplari, sono state rese note le cause del decesso.
Infatti, nel caso di M62 le analisi dello Zooprofilattico non hanno permesso di escludere la pista del bracconaggio, tanto che la Procura di Trento ha aperto un fascicolo di indagine.
Mentre per l’altro animale trovato sul Monte Peller, l’Ente Nazionale Protezione Animali non ha ancora ricevuto alcuna informazione ufficiale sull’esito della necroscopia.
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L’Enpa si appella a Fugatti
Dunque, la terza morte misteriosa in meno di due mesi ha suscitato grande preoccupazione tra gli animalisti. L’Enpa, a tal proposito, ha annunciato che nelle presenterà alla Procura una denuncia contro ignoti per uccisione di animali.
“Il fatto che tre animali siano deceduti nell’arco di 50 giorni rappresenta indubbiamente un’anomalia, che potrebbe avvalorare l’ipotesi di un gesto doloso.
D’altro canto, malgrado le nostre ripetute sollecitazioni a raffreddare gli animi, sono mesi che istituzioni, politica e associazioni di categoria estremiste soffiano sul fuoco dell’intolleranza e dell’allarmismo contro la fauna selvatica, spaventando parte della popolazione trentina. Pertanto, non ci stupiremmo se in questa situazione incandescente qualcuno potesse aver perso la testa e deciso di affrontare con la violenza il tema della convivenza con gli orsi, i lupi e con le altre specie selvatiche”.
Si legge nel comunicato rilasciato da Enpa. Infatti, per il Trentino il bracconaggio non è una novità, dato che tra il 2015 e il 2016, in un altro periodo di forte frizione con i plantigradi, ne sono stati avvelenati ben tre esemplari.
In tale scenario, Enpa aveva più volte sollecitato la Pat a intensificare sul territorio i controlli anti-bracconaggio, ma tale richiesta, così come quella relativa all’applicazione dei metodi di prevenzione e alla realizzazione di campagne di sensibilizzazione sulla convivenza uomo-animali, non sembra aver avuto seguito.
“In attesa che le indagini facciano il loro corso e che individuino eventuali responsabili per la morte dei tre orsi chiediamo di nuovo a Fugatti di ascoltare anche le nostre proposte, oltre a quelle delle frange estremiste, di mettere finalmente in campo tutti gli opportuni strumenti per tutelare concretamente gli animali selvatici dai bracconieri e dai gesti sconsiderati di qualche testa calda”.