Le dichiarazioni di questo fortunato vincitore rilasciate a Marco Lioni: ecco i consigli di chi ha fatto 6 al Superenalotto, “i miei errori”

Un bel 6 al Superenalotto sarebbe un sogno incredibile per chiunque e un fortunato vincitore ha voluto riportare la propria testimonianza. Provate ad immaginare di pronunciare quelle parole, “ho fatto 6!”. Ecco: questa non è stata la reazione di questo fortunato vincitore che si è confessato a Marco Liorni. La sua vincita gli fece portare a casa 35 milioni di euro ma nessuno in famiglia aveva accolto la notizia con chissà quali entusiasmi. Piuttosto, la premura era: “Come gestiremo tutto ciò?”. Quindi il protagonista della vicenda ammette di aver continuato a lavorare per non far capire niente ad amici e colleghi.

Ma per quanto poteva andare avanti? Non molto. Intanto approfittò delle vacanze maturate e quindi si “coprì” dietro alla scusa delle ferie accumulate. Ma, al ritorno, scelse di dire “basta”. Liorni è stupito durante l’intervista, non si capacita come il giovane abbia avuto la forza e la voglia di proseguire. Tuttavia, era un piano premeditato, studiato a tavolino. “Ma mi chiedevo: ‘Che ci faccio ancora qui?'”. Non solo: anche durante l’ultimo giorno di lavoro ha ammesso di aver perso la pazienza, di arrabbiarsi con i colleghi per le dinamiche professionali. Una persona che sapeva di aver sbarcato il lunario ma non lo aveva ancora ben metabolizzato.

L’errore

Nonostante le tante premesse in famiglia incentrate sul “non sbagliare niente”, sul “tenere a bada testa ed emozioni” e soprattutto sul non spifferare al mondo intero della vincita, le cose si sono complicate. “Ho aiutato un sacco di amici”, confessa il fortunato milionario. Amici che hanno aperto attività, che hanno sistemato le loro condizioni economiche. “Ce n’è uno che non passa mattina in cui non ringrazia me e mia moglie”, ammette.

Eppure il ruolo del benefattore, alla lunga, lo ha pagato caro. Con la solitudine. “Hanno cominciato a chiedermi sempre soldi, sempre di più, continuamente”. Perché dopo aver fatto un gesto simile, dopo aver dimostrato l’altruismo, il ricevente del dono tende a dare per scontata la possibilità di nuovi sostegni, probabilmente dopo aver fatto i cosiddetti “conti in tasca” al fortunato milionario. Chi è che diceva “mercanzia non vuole amici? “Mi sono dovuto isolare”, una condizione forzata. Un minimo, per riprendere pace. Per capire dove ha sbagliato, comprendendo però che tipo di vita si conduce a quei livelli di ricchezza. “Sono solo”, esatto. Perché o aiuti o diventi “il cattivo”.

L’acquisto della Lazio

Già, perché quest’uomo, per un periodo, ha pensato di acquistare la Lazio. Sembra un’assurdità, ma aveva tutte le carte in regola per farlo, soprattutto quelle più importanti: le banconote. “Qualcuno arrivò prima”: quel qualcuno è Lotito, subentrato al timone del club biancoceleste nell’estate del 2011, poco tempo prima che questo fortunato vincitore facesse la sua mossa. “Il debito da saldare era intorno alla cifra che ho vinto, avrei benissimo potuto acquistarla io”. Forse oggi si parlerebbe di altro, forse oggi lui avrebbe rappresentato qualcos’altro per sé stesso e per la sua Lazio. Ma tant’è.

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