L’impegno della NIDA non conosce limiti. Ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico: coloro che si ammalano di tumore spesso devono fare i conti anche con la propria salute mentale.

L’impegno della NIDA non conosce limiti. È noto che molti pazienti oncologici soffrano di stress psicologico ed è altrettanto diffusa la condizione che per chi deve affrontare la malattia la mente gioca un ruolo fondamentale. Secondo uno studio realizzato dalle Università di Stanford e di Alberta, la prima negli Stati Uniti e la seconda in Canada, è emerso che malati
possono vivere di più e meglio se riescono a sconfiggere (o almeno a mitigare) la depressione. Alla luce di tutto questo la recente iniziativa dei volontari NIDA appare ancora più preziosa. La NIDA, acronimo di Nazionale Italiana Dell’Amicizia, è stata fondata a Torino nel 2012. Da oltre due lustri i volontari dell’associazione frequentano le corsie degli ospedali pediatrici di tutta Italia, portando ai piccolo pazienti sorrisi e speranza.
Travestiti da Supereroi & Principesse, regalano momenti di spensieratezza a chi deve sopportare
lunghi ricoveri, ma anche ai loro genitori. Il loro contributo è fondamentale per l’umore dei bimbi
malati che, quando si imbattono nei loro personaggi più amati, dimenticano di vivere un momento
difficile. Anche medici, infermieri e operatori socio sanitari apprezzano il loro supporto, riconosciuto
determinante per i pazienti. Così, l’iniziativa che ha preso il via nei giorni scorsi appare ancora più
importante. Dopo oltre dieci anni trascorsi a relazionarsi con i bimbi, i volontari della NIDA, sempre
travestiti da Supereroi & Principesse, hanno portato la loro animazione anche ai pazienti adulti.
Capitan America, Batman, Elsa, l’Incredibile Hulk, Jasmine e tanti altri, in collaborazione con la
Fondazione ricerca Molinette e con l’Ufficio relazioni con il pubblico aziendale hanno visitato il Coes
dell’ospedale Molinette di Torino. Abituati a frequentare le corsie degli ospedali pediatrici, i
volontari NIDA hanno portato conforto e sorrisi ai più grandi.
«La nostra associazione conta oltre trecento volontari in tutta Italia. A Torino, dove abbiamo
iniziato la nostra attività, c’è il gruppo più nutrito. Ma non ci limitiamo agli ospedali del
Piemonte»: Walter Galliano, fondatore della NIDA, da anni è impegnato in prima persona ad
organizzare momenti come questo. «La NIDA nasce per volontà di un gruppo storico di amici»
spiega. «Eravamo e siamo tutti molto fortunati e abbiamo deciso di metterci a disposizione di chi,
quella fortuna, nella vita non l’ha conosciuta. Così, ci siamo impegnati subito ad aiutare i bambini
con gravi problematiche. Inizialmente disputavamo partite di calcio: tutti gli incassi li abbiamo
devoluti in beneficenza. Ma non bastava, nel corso degli anni, pur non avendo mai smesso di
giocare, abbiamo dato vita a numerose iniziative. Supereroi & Principesse è il format che ci ha
permesso di essere conosciuti a livello nazionale».

Conosciuti e imitati.

«Se abbiamo dato il buon esempio non possiamo che esserne felici. Mi dispiace, però, se
qualcuno pensa di poter sfruttare i travestimenti in corsia solo per la propria visibilità personale».

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Il format Supereroi & Principesse vede la luce nel 2013.

«Poco meno di un anno dopo dalla fondazione dell’associazione. È stato grazie alla Disney che
abbiamo avuto questa fortunata intuizione che, a distanza di dieci anni, ci ha permesso di
regalare dei momenti di leggerezza a tanti bambini in difficoltà. La Disney ci aveva scelto per il
progetto “Magia Disney” donandoci dei pelouche da distribuire nelle corsie degli ospedali pediatrici.
Lo abbiamo fatto in maschera e ancora oggi, periodicamente, torniamo a visitare i piccoli malati».
«La nostra associazione conta oltre trecento volontari in tutta Italia. A Torino c'è il gruppo più nutrito e periodicamente ci travestiamo da supereroi come Batman, Spiderman, Capitan America, Hulk e altri per andare nelle corsie degli ospedali pediatrici, non solo in Piemonte, a portare un sorriso ai bimbi in difficoltà. Con noi ci sono anche le principesse più note dei cartoni animati: Jasmine, Elsa di Frozen, Biancaneve, Cenerentola e tante altre».
Nei giorni scorsi avete “debuttato” anche nei reparti oncologici di pazienti adulti.
«Parlanado di debutto si può pensare che vogliamo spettacolarizzare la nosta attività, che abbiamo
sempre portato avanti in silenzio. L’attenzione mediatica fa piacere, ma solo perché vogliamo
essere un esempio. La scelta di rivolgere la nostra attenzione anche a persone adulte nasce dal
fatto che purtroppo la malattia non ha età e il volontariato non deve conoscere confini. Ora non smetteremo di dedicarci anche ai più piccoli, come abbiamo sempre fatto. Ma la nostra missione è
quella di aiutare chiunque ha bisogno. Ci siamo concentrati principalmente verso coloro che
soffrono di malatte rare».
Quali saranno i vostri prossimi impegni?
«Stiamo lavorando per realizzare la “Cittadella dello Sport” intitolata a Beatrice Naso e sua mamma
Stefania. Bea è diventata famosa suo malgrado come “la bambina di pietra”: soffriva di una rara
malformazione ossea che l’ha portata alla morte. Vogliamo dunque recuperare e alla riqualificare
un impianto sportivo che si trova a Torino, nel quartiere Falchera. È un centro di oltre 40.000 metri
quadrati, abbandonato da più di quindici anni, che vorremmo diventasse un centro polifunzionale
senza barriere architettoniche per far fare sport a bimbi e ragazzi disabili, gratuitamente. Con
l’affitto dei campi pagato da chi vuole usufuire della struttura, poi, finanzieremo verranno progetti
di fisioterapia gratuita per bimbi con malattie rare».

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