Il lusso che sfoggia in ogni occasione è tutta “una farsa”: sotto attacco lo chef turco Salt Bae, nel mirino dei suoi ex dipendenti che tentano di smascherarlo definitivamente

Sarà abituato ad avere gli occhi puntati e, di conseguenza, critiche, accuse e minacce di ogni tipo, conoscendo l’epoca social dove tutti siamo più interscambiabili, nel bene e, purtroppo, nel male: ma Salt Bae stavolta dovrà rispondere delle accuse che gli piovono addosso dagli ex dipendenti che, tra le altre cose, hanno parlato di un lusso inesistente, una “farsa” costruita ad arte. Un grande lavoro di marketing, quello sicuramente, e poi, sembrerebbe, tanta “disonestà”.

L’estremizzazione del lusso sfrenato, il condimento d’oro sulla carne, il famoso sale lanciato alla sua maniera sulla carne. Questo e tanto altro, sarebbero solo una “messinscena”. Un artefatto realizzato in maniera talmente certosina da non lasciare sospetti. Oggi gli ex dipendenti vogliono smascherarlo, stufi di quella che riterrebbero, dunque, una truffa internazionale. “Un tiranno con l’ossessione per la ricchezza e l’eccesso”, dicono alcuni dei protagonisti delle sette cause legate allo chef, tra due differenti città.

“Dietro l’immagine da clown – spiegano con parole forti – si nasconde una verità oscura”. Gli ex lavoratori di Bae parlano di stipendi rubati, mance trattenute. E poi “discriminazioni, violazioni delle leggi sul lavoro”. In più, ci sarebbero anche accuse sessiste: “Ha una cultura maschilista, della paura prevaricante sulle donne”. Una ex agente di prenotazione del Nusr-Et di Miami, uno dei ristoranti dello chef che richiede una prenotazione con mesi di anticipo, avrebbe detto: “Ti senti come se valessi molto meno e non vieni rispettata”. Lei ha detto di aver sempre indossato l’uniforme, ma alcune sue colleghe dovevano vestirsi con abiti “giusti per andare a ballare nei locali”.

Le follie di Salt Bae: “Non sapevi mai se a fine turno saresti stato licenziato”

Licenziamenti improvvisi e costanti, favoritismi vari. “Ogni giorno non sapevi se avresti finito il turno senza essere licenziato”. Repentini sbalzi di umore, manie di onnipotenza. Due ex dipendenti hanno parlato di massaggi richiesti ad un impiegato del ristorante. “Alcune volte si è addormentato sulle tovaglie dei tavoli”.

Ma i legali dello chef, giurano: “Sfortunatamente, i ristoranti di alto profilo e gli chef famosi sono spesso oggetto di affermazioni false. Nusret – il suo vero nome (ndr) – ha più di mille dipendenti in tutto il mondo: è un peccato che alcune vecchie cause legali e alcune osservazioni poco lusinghiere debbano oscurare il enorme sforzo per mantenere una forza lavoro di ristorazione globale”.

Come spiegano a Insider gli avvocati dell’imprenditore, le accuse piovutegli addosso sarebbero “un rimaneggiamento di antecedenti cause legali in cui le rivendicazioni sono state contestate e sistemate da tempo”.

Le accuse degli ex dipendenti

Ma lo sfarzo sarebbe solo una messinscena dunque? Secondo quanto dicono gli ex dipendenti di Salt Bae sembrerebbe di sì. “Tutto, dai tovaglioli ai bicchieri è a buon mercato”. Lo chef farebbe ripagare al personale gli errori dovuti a disguidi di ogni tipo nelle prenotazioni o nelle ordinazioni varie. Come capitò ad un food runner che consegnò per errore un sacchetto con una bistecca avanzata. Questo significò la trattenuta dallo stipendio e dalle mance di una dipendente 19enne di 500 dirham, vale a dire intorno ai 140 dollari. Qualcuno ha detto che quelle “uniformi in poliestere erano le più orribili con le quali abbia mai lavorato”.

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