Ce l’ha fatta il bimbo Filippo, 120 giorni dopo il suo ricovero è uscito dal reparto sulle sue gambe, ma soprattutto con un cuore tutto nuovo: quello artificiale in un carrello. Tanto è stato necessario perché i medici eroi potessero salvargli la vita.

Filippo, ma il nome è di fantasia, a Natale scorso era entrato nel reparto di Cardio Chirurgia Pediatrica del policlinico di Sant’Orsola di Bologna per essere attaccato a un cuore artificiale e dopo 120 giorni può finalmente tornare a camminare con mamma e papà al suo fianco, grazie a un cuore nuovo e soprattutto più leggero. Il bimbo, infatti, è stato il primo a poter usufruire del dispositivo “Driving Unit Excor”, una moderna tipologia di cuori artificiali che pesano 9 chili, invece dei 90 del modello precedente, una differenza enorme che consentirà ai nuovi pazienti di essere autonomi e indipendenti poiché potranno portarsi dietro tutta l’apparecchiatura dentro un semplice carrellino.

“Wow”: le prime parole del bimbo con il cuore artificiale

«Le prime cose che Filippo ha detto uscendo dal reparto è stato WOW – racconta la mamma – siamo andati al bar a fare colazione insieme a Filippo, io e il suo papà, è bellissimo vederlo autonomo e indipendente, finalmente il bambino di 6 anni che è».

Attualmente nel reparto di Cardio Chirurgia Pediatrica del policlinico Sant’Orsola sono 5 i bambini con patologie complesse che necessitano e riceveranno il nuovo cuore artificiale. L’investimento di circa 90mila euro l’anno per paziente, cambierà in meglio la qualità di vita dei piccoli utenti che ne usufruiranno.

I cuori artificiali sono costituiti da una pompa meccanica che riproduce le funzioni cardiache e sostituiscono completamente il cuore

Spiega il dottor Gargiulo: «Grazie al costante miglioramento delle cure e delle possibilità terapeutiche per questi bambini, sono fortunatamente aumentati i casi di pazienti che pur con una grave patologia cardiaca riescono a sopravvivere e attendere la disponibilità di un nuovo cuore e questo spiega perché non sono più casi isolati. Solo nella nostra unità operativa nel giro di pochi mesi, siamo passati da due a cinque i bambini assistiti con un ventricolo artificiale, il numero attualmente più alto in Italia».

Orgogliosa, conclude Chiara Gibertoni, Direttore Generale dell’IRCCS Policlinico Sant’Orsola: «Avevamo anticipato l’arrivo di queste nuove apparecchiature a dicembre. Quando hai detto “faremo” a bambini piccoli con malattie così impattanti come queste e alle loro famiglie, dire “abbiamo fatto” e un dovere prima che un piacere».

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