Basta solo il titolo che campeggia sulle prime pagine dei giornali di oggi a gettarci nello sconforto: “Erba, Rosa e Olindo innocenti, il processo è da rifare”. Come scusi? Eh sì, e questa volta non è un avvocato difensore o un giornalista d’inchiesta a parlare, ma il sostituto procuratore generale di Milano, Tarfusser. Un magistrato, non uno sprovveduto complottista o un nemico della verità. È lui che, chiedendo la revisione del processo, demolisce dalle fondamenta la sentenza sulla strage di Erba, che ha portato all’ergastolo Rosa e Olindo. E lo fa inanellando una serie di elementi che per anni hanno costituito la spina dorsale di questa indagine. Per esempio la testimonianza di Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto al massacro. Che aveva riconosciuto Olindo, in aula, come il killer: “Quel delinquente lì”, aveva detto.

Per il magistrato si tratta, cito testualmente, di “una falsa memoria”. E le prove? Le macchie di sangue nell’auto di Romano che collegano i due coniugi sulla scena del crimine? All’epoca ci dissero che erano prove schiaccianti. Alterate anche quelle: “Tutte le prove raccolte all’epoca – scrive il magistrato – sarebbero maturate in un contesto malato. Oggi – continua – la scienza le invaliderebbe tutte”. Vabbè, dico io, ma c’è la confessione di Rosa e Olindo. Hanno confessato, sono stati anche ripresi. “Confessione pilotata”, scrive il magistrato. “Falsa confessione”. Mi hanno insegnato che le sentenze si rispettano. C’è una sentenza passata in giudicato, un testimone che ha riconosciuto l’assassino. La confessione dei due imputati: cosa vogliamo di più?

Queste esatte parole, quando mi intervistò sull’argomento, le dissi ad Antonino Monteleone, un giornalista d’inchiesta che si è preso la briga di andare controcorrente, e che, a Erba, ha dedicato anni di lavoro, spulciando gli atti uno dopo l’altro. A “Le Iene”, ha evidenziato tutte le contraddizioni di cui era ammantata questa indagine: le storture, gli errori grossolani, i buchi nei verbali. Lui e Davide Parenti, il papà delle Iene, sono andati avanti per la loro strada. Hanno preso insulti, sono stati accusati di essere dei biechi innocentisti, di essere al soldo della difesa di Rosa e Olindo, e anche di voler fare spettacolo sulla pelle delle vittime, che, ricordiamo, meritano rispetto.

Rosa e Olindo sono innocenti? Il punto

Per anni, Monteleone, ha sostenuto quello che oggi un magistrato scrive nero su bianco, non sappiamo se davvero questo processo verrà riaperto, si prevedono tempi lunghi. Ciò che sappiamo, però, è che, da diciassette anni, Rosa e Olindo sono in carcere. Siamo pronti a ribaltare tutte le nostre certezze su Erba? A confidare a noi stessi che forse questa storia potrebbe non essere come ce l’hanno raccontata? Rosa e Olindo, pensateci, sono i due colpevoli perfetti per questa storia. Sono dei mostri, perché hanno la faccia da mostri. Non li ha condannati solo il tribunale: noi stessi, alla sola vista, li abbiamo bollati e consegnati alla cronaca come assassini.

Prima che una sentenza li condannasse in via definitiva, forse, all’epoca, ci è bastato solo guardarli per essere sicuri che erano loro. Perché, di solito, quello che ci arriva dalla pancia è il nostro migliore consigliere, il nostro ansiolitico, la nostra coperta di Linus. Al diavolo le sentenze, le prove, i testimoni: per quello c’è tempo. La paura dell’orco ci spinge a doverne trovare uno alla svelta. Dargli un volto, neutralizzarlo, per tornare nelle nostre case e dormire tra due guanciali. Accanto al tribunale regolare, c’è sempre il tribunale del popolo, che non indossa toghe e non torna indietro: ecco perché Rosa e Olindo, ammesso si scopra un giorno che sono innocenti, per molti, saranno sempre colpevoli.

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