Libera di nuotare nuovamente nell’oceano l’orca Lolita: dopo oltre 50 anni in cattività, il cetaceo era stato addestrato a esibirsi in pubblico

L’orca Lolita aveva soltanto 4 anni quando fu catturata nello Stretto di Puget – un’intricata insenatura nel Nord-ovest dell’Oceano Pacifico – nell’estate del 1970. Addestrata ad esibirsi in pubblico, da quel momento in poi, ha vissuto in cattività. Tuttavia, poco dopo si è ammalata e ha vissuto nel Sequarium di Miami per tutta la sua vita, ma oggi è finalmente tornata in libertà.

A Miami Tokitae, come viene chiamata oggi, ha vissuto per dieci anni insieme a un’altra orca, Hugo, che morì nel 1980. La sua presunta madre, chiamata Ocean Sun, continua a nuotare con le altre orche del suo branco: oggi, secondo gli esperti, avrebbe circa 90 anni, esattamente l’età media di questi cetacei. Dunque, Lolita potrebbe vivere ancora per molti anni, dato che avrebbe poco meno di 60 anni.

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Lolita e il problema del trasporto: potrebbe costare quasi 20 milioni

L’accordo per la liberazione dell’orca Lolita è stato raggiunto da un gruppo di animalisti, il proprietario di un parco a tema e il presidente di una squadra di football americano. Attualmente, Tokitae vive in una vasca angusta per le sue dimensioni: 24 metri di lunghezza per 11 di larghezza e appena 6 di profondità.

Tuttavia, il problema principale rimane quello del trasporto. Infatti, l’attenzione è rivolta al mezzo con cui traportarla, un aereo abbastanza grande da trasferirla in sicurezza e l’attrezzatura necessaria per far salire e scendere l’animale dall’aereo. Per spostare Lolita potrebbero volerci dai 18 ai 24 mesi: il piano prevede di trasportare il cetaceo in un santuario oceanico nelle acque tra lo stato di Washington e il Canada. L’operazione potrebbe costare circa 20 milioni di dollari, come stimato dagli esperti.

Dopo 50 anni di cattività, dunque, l’orca dovrà sottoporsi a cure 24 ore su 24 finché non si acclimaterà al nuovo ambiente. Per anni, le associazioni animaliste hanno protestato per la liberazione di Tokitae. La loro speranza è che non subisse lo stesso triste destino del suo compagno Hugo. L’animale era morto nel 1980 a causa di un aneurisma cerebrale dopo aver sbattuto ripetutamente la testa contro le pareti della vasca.

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