Due notizie e due video saltano all’occhio in queste ore – da Napoli e da Firenze – che ci raccontano un’Italia alla rovescia dove, in entrambi i casi, per fare diventare potente un messaggio, si utilizzano mezzi impropri. In qualche modo sono insulti: schiaffoni dati a noi, alla collettività. Che guardiamo, attoniti, spettacoli penosi che rimbalzano sui nostri cellulari sotto forma di immagini, facendoci fare sempre la stessa domanda: “Che motivo c’era?”.

Pensate cosa è successo a Napoli: un’ambulanza arriva in pieno centro a sirene spiegate, cerca di farsi largo nel traffico. Nessuna emergenza. A bordo, né medici, né infermieri. Un gruppo di TikTokers, si chiamano così, che scendono col passo delle star in mezzo a due ali di folla per inaugurare un negozio. Che motivo c’era? Forse quell’ambulanza poteva servire da qualche altra parte. Poteva salvare una vita. Eppure l’impulso di immortalare sui social un gesto cretino è più forte del buonsenso. Ignoranza, sciatteria, chissà. Forse entrambe le cose.

Stessa storia a Firenze. Gli ambientalisti si presentano a Palazzo Vecchio, si fanno riprendere mentre lo imbrattano con la vernice. L’eroico sindaco della città, Nardella, lì per caso, se ne accorge e blocca l’attivista. Gli urla contro mentre i vigili urbani lo immobilizzano. Nardella chiede: “Perché?” Lui, l’ambientalista, mentre una piccola folla di fiorentini indignati lo insulta, recita placido: “Oggi abbiamo deciso di sanzionare uno dei simboli del potere”. Che vuol dire? Che motivo c’era? Se ci pensate, è la stessa cretineria dell’ambulanza di Napoli. “Mi serve un messaggio forte e allora uso o distruggo qualcosa che appartiene a tutti per farlo girare più in fretta”.

L’Italia di oggi non deve essere quella che si è vista a Napoli o a Firenze: il punto

Attenzione, il tema dell’ambiente è un tema serissimo. Sensibilizzare i governi a fare di più per il nostro Pianeta è giustissimo. È il metodo che è sbagliato. Ma dove si è visto mai un attivista che, per salvare un ambiente, ne deturpa un altro? Le opere d’arte, così come le ambulanze, rispondono a un nostro bisogno inconscio. Ci ricordano chi eravamo per dirci chi siamo oggi. La bellezza per gli occhi e la solidarietà. Il nostro passato e il nostro presente, al netto di ogni messaggio, giusto o sbagliato, rappresentano la nostra storia. Quella vera. Non una fasulla, da postare sui social.

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