L’ex pornostar ed ex prof Ruggero Freddi batte l’università “La Sapienza” che lo aveva licenziato per il suo passato. Intervistato da Salvo Sottile a “I Fatti Vostri”, l’ex prof, Ruggero Freddi, parla del suo passato di attore e di come è stato cacciato senza motivo dall’Università.
“Per colpa di quel pregiudizio ho dovuto fare causa. Il rettore non mi voleva ricevere né dare spiegazioni. Alla fine ho vinto in tribunale, mi hanno risarcito, mi hanno proposto di rientrare ma avevo vinto la mia battaglia e ho abbandonato l’insegnamento. Guadagno molto di più come data analyst per una compagnia americana”.
Non lasciatevi ingannare dalle apparenze, da un fisico prestante. Quest’uomo ha due lauree, pensate: una in ingegneria informatica e l’altra in matematica. Nel suo passato ha anche fatto il porno attore. È stato professore all’università “La Sapienza” di Roma ed è stato licenziato. Lui ha scoperto di aver perso l’insegnamento per il suo passato di porno attore gay, ma la giustizia gli ha dato ragione.
Prof Ruggero Freddi a “I Fatti Vostri” parla del licenziamento dall’università “La Sapienza”
Ruggero è stato ospite di Salvo Sottile a “I Fatti Vostri” e ha risposto alle domande del conduttore.
D: Ruggero, una curiosità: come mai, con il tuo cervello, con due lauree, avevi deciso di fare l’attore porno in film gay?
“Era una delle tante cose che potevo fare e ho dimostrato a me stesso che potevo di sicuro conseguire una carriera accademica e si è presentata un’opportunità bella perché era una compagnia di San Francisco, dall’altra parte del mondo, che mi voleva. Abbiamo concordato per una scena soft perché non io non avevo mai fatto niente del genere e non ero sicuro di voler fare qualcosa del genere. Ci siamo trovati molto bene e mi hanno fatto un contratto in esclusiva a vita”.
D: A vita?
“Sì, all’inizio annuali e poi esclusiva a vita. Ho deciso di intraprendere quella carriera e mi ci sono trovato molto bene. Tra l’altro guadagnavo molto di più di quanto non avrei potuto mai sperare di guadagnare come ingegnere”.
D: Immagino…
“Quell’anno vado a New York, porto un mio amico lì dove non era mai stato. Andiamo a Time Square dove vendevano, esposti nella vetri, i calendari con me in copertina e quindi mi sono sentito un grande divo. Però mi sono anche dovuto confrontare con me stesso, edire: ‘Guarda, non potrai fare niente di più di quello che già hai fatto, e questo è il momento adatto per costruirti una nuova carriera’. Quindi me ne sono andato via sbattendo la porta come un grande divo, al massimo della mia notorietà, e sono tornato in Italia e mi sono confrontato con una nuova sfida”.
“Allora, dei soldi, nemmeno l’ombra: poi ho stravinto la causa e loro sono stati condannati a pagarmi un extra oltre a quello che io chiedevo”
D: Quindi lo studio e l’insegnamento. Però quel corso non lo hai mai finito e dei soldi, diciamo la verità, nemmeno l’ombra?
“All’epoca no, purtroppo. Quello che è successo è che io ho fatto anche un dottorato di ricerca, che ho concluso nel tempo, anche prima di quel corso, e a un certo punto uno dei miei colleghi mi dice: ‘Sta per cominciare un corso, vorremo che tu lo tenessi in codocenza con quest’altro professore, perché è troppo lavoro per un solo professore, vorremmo che tu tenessi cento delle ore del corso. Però non c’è tempo per fare un bando perché il corso sta iniziando e non c’è tempo neanche per il contratto’. Quindi ero senza contratto. Inizio a fare il corso ne faccio 60 ore, poi non parliamo di un corso iper specializzato con tre persone. Parliamo di un corso del primo anno di ingegneria gestionale, ‘Analisi matematica 1’, trecento studenti su due canali. Quindi non era un corso esotico, poco conosciuto”.
D: Era un corso serio…
“Era il primo corso che affronta uno studente entrato a ingegneria. Dopo 60 ore che tenevo lezione mi è stato detto che ero stato sostituito. A quel punto ho chiesto un incontro col direttore del dipartimento, Tiziana Catarci. L’ho chiesto sia tramite email sia ho chiesto di intercedere a dei miei colleghi per chiedere a lei di incontrarmi. E lei si è sempre negata”.
D: Ma perché sei stato sostituito? Perché avevi fatto il porno attore nel passato?
“Dobbiamo chiederlo alla signora Catarci”.
La condanna all’università
D: Come è finita con l’università?
“Allora, la cosa è semplice: io ho provato a parlare con questo direttore di dipartimento, la quale non mi ha mai risposto. A quel punto mi sono rivolto al rettore, all’epoca Eugenio Gaudio, il quale ha raccolto le mie richieste e però non mi ha fatto più sapere niente. Io ho reso ben chiaro che avrei fatto causa. Non mi hanno dato una risposta e io ho fatto causa. Ho vinto, stravinto la causa, e loro sono stati condannati per lite temeraria, che significa pressappoco che loro hanno portato avanti una causa pur sapendo di avere torto. E quindi sono stati condannati a pagarmi un extra oltre a quello che io chiedevo”.
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