Forse ha ragione Fiorello: solo se Fedez e Rosa Chemical avessero simulato un amplesso sul divano degli “artigiani della qualità”, allora sì che sarebbe stato un gesto di rottura. Farlo con Fedez era sin troppo facile. Il rapper aveva l’occasione di rubare la scena alla moglie, di segnare a porta vuota. E lo ha fatto. Il nostro è un abile comunicatore, sapeva che la sua gag con Chemical, il bacio sul palco, avrebbe attirato altre prime pagine. Altri followers. E non ha esitato un attimo, col rischio anche di fare arrabbiare la moglie.

Tutto questo poco o nulla, naturalmente, c’entra con le canzoni. Semmai è una questione di buon gusto. Un artista è libero di esprimersi come vuole e nel Festival contemporaneo, fluido, ci si poteva aspettare anche questo. Ma non c’è difesa, a volte, contro un’immagine brutta o una gag venuta male: conta solo l’effetto. Fedez è fin troppo scaltro per non capire che, nell’ora di massimo ascolto del Festival, il gesto di mimare l’amplesso avrebbe fatto inorridire non migliaia di famiglie ma i suoi suoceri, che erano seduti accanto a lui e lo guardavano sbigottiti, proprio come la moglie.

Il bacio tra Fedez e Rosa Chemical: il punto

Eppure se n’è fregato, è andato avanti lo stesso. Sia lui che Rosa Chemical hanno recitato sé stessi, due personaggi divisivi che attirano tanti consensi quante critiche. Che in comune hanno un obiettivo: fare parlare di loro. Ci sono riusciti. Chi oggi inorridisce, deve pensare che Fedez era alla sua terza serata al Festival. Nella prima, durante una esibizione, aveva strappato la foto di un vice ministro vestito da gerarca nazista; nella seconda, durante un duetto con gli Articolo 31, aveva chiesto alla Meloni di legalizzare la cannabis.

Fedez e Rosa Chemical, il bacio sotto la lente d’ingrandimento: la conclusione. Insieme a chi grida che uno show come il Festival di Sanremo non è un luogo adatto a mimare un amplesso, andate a vedere quanti followers avrà guadagnato Fedez. Quanta stampa avrà attirato con questo giochino. È questo che conta alla fine. E lui, che è un “artigiano della quantità”, questo lo sa bene.

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