Sabriyiah, una bambina di sei anni, di Cesena, affetta da un tumore cerebrale raro, il craniofaringioma, è stata sottoposta ad un intervento delicatissimo che ha permesso l’esportazione della massa tramite naso, con una procedura mininvasiva.
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Il tumore alla testa rimosso grazie a una sonda dal naso: la storia della piccola Sabriyiah
Il calvario della piccola, originaria del Bangladesh, è iniziato questa estate quando i genitori l’hanno portata presso il Pronto soccorso Bufalini di Cesena con dei sintomi caratteristici della neoplasia. La bimba stava perdendo la vista, aveva difficoltà a camminare, a rimanere in equilibrio e a muovere il braccio sinistro, era inappetente, aveva un’arresto della crescita e una deviazione del labbro inferiore verso sinistra.
In ospedale, con una tac, gli è stata diagnosticata una massa tumorale di circa 4,5 cm alla base del cranio, che comprimeva sull’ipofisi, l’ipotalamo, i nervi cranici e area motoria destra.
I medici hanno subito attivato un teleconsulto con la Pituary Unit di Bologna, centro di riferimento regionale per la diagnosi e cura delle malattie ipotalamo-ipofisarie, diretto da Diego Mazzatenta, e la bambina è stata subito trasferita in Neuropediatria al Bellaria per l’intervento.
I craniofaringiomi sono tumori a crescita lenta, molto pericolosi, che si originano dai residui embrionali dell’intestino primitivo (tasca di Ratke). Sono tumori rari e spesso benigni, rappresentano il 5% dei tumori diagnosticati nei bambini.
Prima dell’operazione, che è stata eseguita dall’equipe del professor Mazzatenta tramite un’endoscopia transnasosfenoidale, la bambina è stata sottoposta ad una terapia ormonale grazie al team della dottoressa Federica Guaraldi, a capo del Dipartimento di Neuroendocrinologia della Pituitary Unit dell’Istituto Scienze Neurologiche dell’azienda Usl di Bologna, che ha ristabilito il suo bilancio idrico, energetico e ormonale, che erano stati alterati dalla massa, e ad una serie di accertamenti propedeutici all’asportazione del tumore.
Durante l’operazione era presente nella sala operatoria anche un anatomo patologo che ha fatto la diagnosi definitiva ed ha dato le indicazioni per proseguire l’intervento nel miglior modo possibile.
“Quella indonasale è una tecnica che richiede molta esperienza – ha spiegato con orgoglio all’ANSA il professor Mazzatenta – Noi ci occupiamo di circa 200 casi all’anno, siamo tra i primi due centri nazionali e possiamo permetterci di usarla anche in casi così complessi”.
Dopo l’intervento Sabriyiah ha iniziato a recuperare la vista, a muovere il braccio e a correre, segnali che l’intervento, possibile solo in pochi centri internazionali, è riuscito perfettamente.