Ho capito di avere l’animo gentile da bambino. Quando vedevo tutti felici a casa. Papà, dopo dieci ore di lavoro, tornava in un buco, morto di fatica, un po’ bevuto per non sentire, non capire, e mi faceva l’occhiolino e tutti ridevano, e io facevo finta di andare in bagno e mi veniva da piangere“, raccontava qualche anno fa Marco Giallini.

L’apprezzatissimo attore romano non ha mai fatto mistero di non essere riuscito a superare il lutto per la perdita di Loredana, l’unico amore della sua vita. Sono stati insieme 30 anni e hanno avuto due figli.

Di seguito le parole dell’attore:

“Avevo appena finito il militare e facevo il ‘bibitaro’, portavo le bibite con il camion. Con le ragazze non ero capace, però andavo in moto e questo piaceva. Loredana mi è stata dietro tre anni. Finché una sera, fuori dalla discoteca, le ho detto: ‘Allora mettiamoci insieme’. Quanto ho dovuto corteggiarla.

È durata 30 anni. Eravamo legatissimi. E io tornavo sempre a casa. Era mia madre, mia moglie, tutto.
È stato merito di Loredana se mi sono diplomato. Durante l’adolescenza, scoprii che lei, per la prima volta, era andata a ballare con un altro. Così presi la moto e corsi in quella discoteca. Me la ricordo ancora, c’era Jovanotti ragazzino alla consolle. Non fu una cosa molto molto romantica, ero irascibile a quei tempi: afferrai Loredana e me la portai via.

Sì, e sono sempre rimasto un tipo molto geloso. Negli anni ci siamo fatti delle litigate epocali, io e Loredana. Diventavo matto perfino se la guardava un cameriere. Però era bello fare l’amore, dopo. Con lei che mi veniva contro perché voleva prendermi a cazzotti.

Da un paio di giorni aveva un fortissimo mal di testa, ma vai a pensare… Lei e i bambini stavano per partire per il mare, sarebbero rimasti in vacanza un paio di mesi. Invece, ha chiuso gli occhi e mi si è accasciata fra le braccia mentre chiacchieravamo. Io le parlavo all’orecchio, ma mi sono accorto che parlavo da solo, e ho maledetto Dio. Ha vissuto altri due giorni, ma senza riprendere conoscenza. Se non lo provi non lo puoi capire.

Rocco non ne ha più parlato. Il piccolo mi dice: ‘Papà, perché non chiedi a Gesù di farla tornare?’. Moltissime persone mi sono state vicino. La sua morte ha unito le mie due vite: la gente semplice da un lato, dall’altra tutti gli attori italiani. Loredana per me è stata tutto. La madre dei miei figli, la donna con cui sono stato per trent’anni e che, dopo essersi sentita male, se ne è andata dalla mattina al pomeriggio senza che io le abbia potuto dire neanche ‘ciao’. I suoi genitori mi hanno trattato come un parente stretto e io non ho avuto nemmeno il tempo di salutarla.

La sua morte è un evento che né io né i miei figli abbiamo mai metabolizzato. Non ne abbiamo mai parlato. Non siamo mai andati al cimitero insieme, anzi, in 7 anni, al cimitero sono andato due volte in tutto. Le fotografie le ho a casa, ma non le guardo, non è roba per me perché lei è ovunque, nei ricordi, nelle stanze, nei viaggi a Barcellona che non farò più.

Penso che un dolore così grande non si possa superare. Ci siamo conosciuti quando eravamo quattordicenni e per i primi due anni della nostra relazione ci siamo sfiorati solo la mano. Quando è così, dopo 30 anni insieme, è impossibile. Loredana era tanta, in ogni senso. Bella davvero. E sapeva fare qualsiasi cosa: studiava, lavorava, cucinava.

Rocco e Diego sono bravi in tutto, proprio come lei. Alle volte ci basta uno sguardo: loro vedono il mio dolore, e io il loro, e rimaniamo attaccati. Poi ognuno ha il suo modo, il suo metodo molto personale, per uscirne. È così, la vita…”.

Nel 2019 disse a “Verissimo“: “Quello che è successo, così improvvisamente poi, non si esorcizza. Puoi solo provare a rimuoverlo. So che può sembrare brutto, ma inizio ad andare al cimitero solo adesso. Ancora non posso credere che stia lì. No, non l’ho esorcizzato. Vaglielo a spiega’ a due ragazzini che avevano 12 e 5 anni. Per fortuna ho dei figli di un’intelligenza estrema, hanno preso tutto dalla madre“.

Il rapporto con i figli

Con il figlio Diego, oggi 18enne

Vedi anche: Renato Pozzetto sta meglio: “Grazie a tutti per il pensiero. Tutto bene! Taaac”

Marco Giallini con i figli è un padre “molto protettivo“. Lo spiegò al Corriere: “Se il più grande rientra alle 4 io sto sveglio fino alle 4…come faceva papà con me, alla fine. Quando rientravo vedevo la lampada del suo comodino accesa e appena aprivo la porta sentivo il suo clic: era lui che la spegneva. Quando mi capitava di sgarrare e facevo l’alba lo trovavo sul balconcino con la sigaretta, di spalle. Non mi diceva niente se non: ‘Li mortacci tua’. E andava a letto“.

Marco è legatissimo a Rocco e Diego: “Stanno con me I miei figli stanno con me, devono stare con me. Sono belli come il sole, hanno preso dalla mamma“. I figli gli dicono “ti amo”. Anche loro non hanno metabolizzato il lutto. Una volta il primogenito Rocco gli disse: “Io l’adolescenza non l’ho avuta, mamma è morta che avevo 12 anni e non ho avuto nessuno da punire“.

Rocco, primogenito di Marco e Loredana

Marco Giallini: età, vita privata, moglie, film, la malattia di Loredana, prima moglie, figli, le passioni per la musica e per le moto, la laurea

Marco Giallini è nato a Roma il 4 aprile del 1963. Risiede a Fonte Nuova, comune della provincia della Capitale. L’attore ha sempre sognato di comprare casa in centro ma avrebbe desiderato farlo con la moglie Loredana. Dopo la scomparsa di quest’ultima è rimasto un sogno inespresso. In gioventù, tra le molte professioni svolte, ha lavorato come imbianchino e venditore di bibite. Sposatosi con Loredana nel 1993, dopo un “lungo corteggiamento“, la coppia ha avuto due figli: Rocco e Diego. Il primo ha 24 anni, il secondo 18. Loredana è stata colpita da un’emorragia cerebrale, il 25 giugno del 2011, morendo due giorni dopo.

Marco è appassionato di moto, “con le ragazze non ero capace, però andavo in moto e questo piaceva“. Le guida da quando ha 13 anni. Coltiva sin da giovanissimo la passione per la musica, arrivando a fondare il gruppo rock “Sandy Banana & The Monitors“, nel 1981. È anche un collezionista di vinili, tra i gruppi preferiti i Clash, gli Who e i Sex Pistols. Con la band proponeva cover dei Joy Division.

Al Taormina Film Festival del 2014 venne definito come un attore “al centro di un culto popolare su cui lui stesso si interroga“. Disse in merito: “Non so bene perché sia così, forse me lo merito, credo di avere un approccio diverso verso questo lavoro. Fino a 28 anni avevo solo la terza media, poi però mi sono laureato in Lettere, sono un umanista, più che altro sono un umano, faccio un discorso politico pur non facendolo“.

L’incidente in moto di Marco Giallini

L’attore romano ha ereditato la passione per le due ruote dal papà. La stessa passione che quasi gli costò la vita in un incidente nel 2007. “Il medico disse: ‘Ci vorrà almeno un anno’“. Bastarono però “90 giorni” per mettersi “in piedi“, sebbene “con le stampelle“. Riportò più di 50 fratture. Accadeva a ridosso delle riprese di “Romanzo criminale“.

La carriera e i film di Marco Giallini

Attore apprezzatissimo, Marco Giallini è stato candidato sei volte ai David di Donatello ed altrettanto ai Nastri d’argento di cui tre portati a casa per “ACAB – All Cops Are Bastards“, “Tutta colpa di Freud” e “Perfetti sconosciuti“. Nel 1985 si iscrisse alla “Scuola di Arte Drammatica di Roma “La Scaletta“, avviando la sua carriera nel mondo della recitazione. Aveva 22 anni quando si affacciò in questo mondo. Dopo aver collaborato con alcuni registi di teatro (Arnoldo Foà, Ennio Coltorti, Adriano Vianello, Maurizio Panici e Angelo Orlando), debuttò in sala per “L’anno prossimo vado a letto alle dieci“, del 1985. Fu Angelo Orlando a scritturarlo per un ruolo minore.

Nel 1986 fece una comparsa non accreditata in “Grandi magazzini“. Nel 1998 prese parte sia in “L’odore della notte” che ne “L’ultimo capodanno“, interpretando il marito di Monica Bellucci. In entrambi i film recitò insieme all’amico di sempre, Valerio Mastandrea. Fu quest’ultimo a suggerire Marco al regista Marco Risi che lo apprezzò a teatro in “Casamatta vendesi“. Decise così di inserirlo nel film. Due anni dopo fu la volta di “Almost Blue” e “Faccia da Picasso“. Nel 2002, dopo aver recitato anche ne “Il fuggiasco“, riuscì ad emergere nei panni dell’adultero marito in “Emma sono io“.

Sergio Castellitto lo scritturò per “Non ti muovere“, del 2004, (lo avrebbe rifatto per “La bellezza del somaro“, 2010), e Paolo Sorrentino per una piccola parte ne “L’amico di famiglia“, del 2006. Due anni dopo lo ritroviamo nel ruolo del “Terribile” di Romanzo criminale, la serie televisiva trasmessa per la prima volta su Sky. Il successo dello show e l’ispirazione di altri registi verso il format delle serie televisive in Italia contribuirono ad aumentare la notorietà dell’attore. Dal 2009 iniziò a lavorare con Carlo Verdone in “Io, loro e Lara“, interpretazione che gli valse la candidatura come miglior attore non protagonista sia al David di Donatello che ai Nastri d’Argento.

Nei panni del “Terribile” in “Romanzo criminale”

Marco ottenne altre due candidature ai David per “ACAB – All Cops Are Bastards“, del 2011, e per “Posti in piedi in paradiso“, dell’anno seguente. Sebbene la versatilità dimostrata, l’attore è rimasto confinato nell’interpretazione, più o meno, di personaggi pressoché simili tra loro. Nel 2013 lo ritroviamo nel cast di “Buongiorno papà” e “Tutti contro tutti“. L’anno successivo in “Tutta colpa di Freud“, “Ogni maledetto Natale” e “Confusi e felici“.

Nel 2015 è coprotagonista con Alessandro Gassman in “Se Dio vuole“. Marco è tra i protagonisti anche in “Assolo“, nel 2016, anno in cui prende parte in “Perfetti sconosciuti“, film di successo internazionale. L’interpretazione gli è valsa il Ciak d’oro e la candidatura al David, in entrambi i casi come miglior attore protagonista. Per quel film ha ricevuto anche il Nastro d’argento speciale insieme a tutto il cast. Nello stesso anno è il protagonista nella serie televisiva “Rocco Schiavone“, in onda su Rai 2. Il 5 giugno di due anni fa ha pubblicato il singolo omaggio agli 883 con i DPCM Squad, “Una canzone come gli 883“. Lo scorso anno ha condotto “Lui è peggio di me” insieme a Giorgio Panariello, in onda su Rai 3.