Revocato lo sciopero dei taxi dovuto alla liberalizzazione del settore, contenuta nell’articolo 10 del Ddl Concorrenza, previsto per il 20 e il 21 luglio, a causa della “conclamata crisi di governo in atto“. A comunicarlo sono stati i sindacati dei tassisti riunitisi ieri all’assemblea nazionale per discutere le prossime mosse dopo l’incombenza dello stop dei lavori in parlamento “ed in particolare della Commissione industria della Camera dei Deputati“.

Luogo, quest’ultimo, nel quale “dovrebbe essere affrontata la questione della riforma del comparto taxi“. Quindi “si è ritenuto opportuno revocare il fermo nazionale del servizio“. L’appuntamento è ai prossimi giorni, in cui i “rappresentanti del comparto torneranno a riunirsi” per riprendere da dove si era lasciato. L’obiettivo è lo stesso: “Mantenere alto il livello di attenzione” in merito all’art. 10 del Ddl Concorrenza. Inoltre saranno valutate “eventuali nuove forme di protesta” e sarà indetto un nuovo sciopero.

Sciopero taxi revocato: “stralcio dell’articolo 10 unica strada percorribile“, perché i tassisti protestano?

Vedi anche: Protesta dei tassisti a Roma: petardi, fumogeni e cori contro Draghi. Blindato Palazzo Chigi

Non vi sarà “alcuna delega in bianco a nessun governo per intervenire sul comparto” hanno concluso i sindacati nella comunicazione diffusa ieri dopo l’assemblea nazionale. Nessuna apertura, dunque la soluzione percorribile è solo una: ovvero “quella dello stralcio dell’articolo 10, tanto più alla luce delle numerose e vergognose commistioni che stanno emergendo grazie all’inchiesta Uber Files, tra ambienti istituzionali e strutture di pressione di vario tipo, studi professionali, uomini d’affari, think tank pseudo liberali, affinché le norme del comparto taxi, vengano riscritte in favore della potente multinazionale americana“.

Perché i tassisti protestano

I tassisti hanno già protestato sotto Palazzo Chigi, a Roma, e in Piazza Duca d’Aosta, a Milano. Era previsto un nuovo sciopero il 20 e il 21 luglio, revocato ieri in seguito alla crisi di governo. Avevano scioperato già il 5, 6, 13 e 14 dello stesso mese.

I tassisti protestano per la presenza dell’articolo 10 del Ddl concorrenza che vuole riformare il servizio di trasporto pubblico non di linea, aprendo dunque a multinazionali come Uber. Scenario che surclasserebbe la categoria, per questo la richiesta dei tassisti è quella di avere una maggiore tutela del comparto, a fronte anche dell’elevato costo della licenza che sono costretti a pagare.