Quino è stato un noto fumettista, papà di Mafalda a cui oggi è dedicato il doodle. Joaquin Salvador Lavado in arte Quino. Nato a Mendoza il 17 luglio 1932 (anche se all’anagrafe risulterebbe essere nato il 17 agosto) e deceduto il 30 settembre 2020. Figlio di immigrati spagnoli e da piccolo veniva già soprannomato Quino, per distinguerlo da suo zio Joaquin Tejon. Disegnatore e pittore pubblicitario. Ebbe un’adolescenza un po’ travagliata. Morirono prematuramente i suoi genitori tra il 1945 e il 1945. Dopo aver terminato la scuola, decise di iscriversi alla Scuola di Belle Arti della sua città natìa, ma abbandonò gli studi due anni dopo. L’anno dopo, però, riuscì a vendere il suo primo fumetto di pubblicità ad un negozio di tessuti. La sua carriera iniziò nel 1951, quando decise di partire per Buenos Aires e dedicarsi completamente al lavoro da fumettista nel 1954. Di lì a poco per lui, arrivò la popolarità. I suoi disegni vennero pubblicati sulla pagina umoristica del settimanale Esto es. Successivamente i suoi disegni uscirono su tantissimi periodici e quotidiani europei e latino americani. Nel 1957 iniziò a pubblicare su Rico Tipo concentrandosi poi anche sulla grafica pubblicitaria.

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La nascita di Mafalda
Nel 1962 realizzò la sua prima mostra a Buenos Aires, in una libreria e l’anno dopo pubblicò il suo primo libro Mundo Quino, caratterizzato da vignette mute. La vera svolta per il noto fumettista arriva nel 1963, quando diede vita a Mafalda. L’origine della piccola – grande bambina in prima battuta serviva per pubblicizzare una marca di elettrodomestici. La Mansfield. Il logo stesso conteneva una M e una A (da cui Mafalda una bambina creativa che serviva per migliorare il mondo). Quino non realizzò più quella campagna e gli restarono alcune strisce. Un anno dopo Mafalda comparve in tre strisce pubblicate da Gregorio, supplemento divertente del giornale Leoplán e il 29 settembre iniziò a pubblicare con costanza le strisce di Mafalda su Primera Plana. Noto settimanale argentino più importante. Finita la collaborazione con quest’ultimo, pubblicò Mafalda su El Mundo. Nel 1966 l’editore Jorge Álvarez, pubblicò il primo libro in ordine cronologico delle strisce di Mafalda, ottenendo un grande successo: le 5000 copie realizzate, vennero vendute tutte in due giorni. Reduce dal grande successo del primo volume, l’editore pubblicò anche il secondo e così anche il terzo. In Italia, le strisce di Mafalda vennero pubblicate nel volume antologico Libro dei bambini terribili per adulti masochisti. Il primo volume interamente dedicato a Mafalda si intitolò Mafalda la contestataria. Prefazione firmata da Umberto Eco. Nel 1973, abbandonò l’idea di Mafalda, come da lui dichiarato “per essere a corto di idee”, decise di trasferirsi a Milano. Città nella quale realizza pagine divertenti e pungenti. Nel 2004, per celebrare e ricordare i 40 anni di Mafalda, inaugurò a Milano la mostra itinerante “In viaggio con Mafalda”, curata da Ivan Giovannucci. Formata da 60 pannelli con 77 strisce e 50 tavole humor.