Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si dimetterà questa sera come ha annunciato in Consiglio dei Ministri. Mercoledì riferirà alle Camere, sebbene la fiducia ottenuta al Senato. Sergio Mattarella respinge le dimissioni. La vera partita dunque si giocherà la settimana prossima.

I senatori del Movimento 5 Stelle sono usciti dall’Aula durante la votazione a Palazzo Madama, come preannunciato. Decisione giunta dopo giorni tormentati in cui lo stesso Movimento è arrivato allo strappo. Le altre forze politiche avevano già previsto lo scenario secondo il quale il mancato appoggio dei pentastellati avrebbe fatto crollare tutto. Il Movimento si è astenuto dalla votazione per la fiducia al governo. Draghi stesso aveva avvisato che il suo esecutivo non avrebbe avuto vita senza l’appoggio del M5S.

Dopo la fiducia del Senato le dimissioni di Mario Draghi dopo il colloquio al Quirinale con Mattarella

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A Palazzo Madama era stata confermata la fiducia con 172 sì e 39 no, nessun astenuto. I pentastellati hanno dato forfait sia alla prima che alla seconda chiamata. Dopo la votazione il premier ha lasciato il Senato per dirigersi al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Dopo quasi un’ora, Mario Draghi è tornato a Palazzo Chigi. Riconsegnerà il mandato a Sergio Mattarella in serata. Ora lo scenario è quello di una “gravissima crisi” secondo il Pd. La maggioranza di unità nazionale “non c’è più” ha detto Draghi, sottolineando come sia venuto meno il “patto di fiducia alla base dell’azione di governo”.

Gli scenari

Sebbene le dimissioni annunciate dal Premier, Sergio Mattarella rinvia il presidente del Consiglio alle Camere per chiedere poi la verifica di maggioranza. Parallelamente si accreditano ipotesi relative ad un altro traghettatore in attesa delle elezioni. Si fa caldo il nome di Giuliano Amato.

Tra le soluzioni probabili anche le elezioni anticipate in autunno, molto probabilmente nel mese di ottobre.